A tre mesi dal crollo del ponte Morandi, è legge il decreto su Genova e altre emergenze. Il testo è stato approvato dal Senato con 167 voti favorevoli, 49 contrari e 53 astensioni. Il provvedimento era passato alla Camera il primo novembre, dopo una seduta notturna.
IL DECRETO GENOVA E I DUE MILIONI PER IL PONTE SENTE
Questo decreto ha importanza anche per Abruzzo e Molise, in quanto al suo interno è previsto il finanziamento di due milioni di euro per la rimessa in sicurezza e la successiva riapertura del Ponte Sente. Ma questi soldi, come già sostenuto durante la riunione in Prefettura di tre giorni fa è previsto,al bilancio della Provincia di Isernia, nella parte corrente, con necessità di impegnarlo, almeno per quanto riguarda gli oneri relativi alla progettazione, entro la fine dell’anno.
Ora i parlamentari, sempre nella riunione in Prefettura, hanno assicurato l’impegno di consolidare il finanziamento ottenuto nella prossima legge di stabilità mediante la previsione di un’autorizzazione a destinare i predetti fondi nella parte in conto capitale, ossia quella destinata agli investimenti e spendibile anche nell’anno 2019.
Ma questa è ancora una battaglia da combattere e vincere e i tempi sono stretti visto che siamo ad appena 45 giorni dalla fine del 2018.
IL NO AL VOTO DI MATTEO RENZI
Ferma opposizione al decreto Genova da parte dell'ex premier Matteo Renzi. In dichiarazioni riportate dall'Ansa sottolinea: "Votiamo no a questo decreto per scelta delle opposizioni: di fronte alle tragedia o si chiede alle opposizioni un patto, o si fa in modo che l'opposizione sia l'alibi per coprire le proprie incapacità ". . "Nelle ore successive alla tragedia - ha attaccato Renzi - avete gettato fango sulle opposizioni, dicendo il falso. Di Maio sappia che non abbiamo approvato la concessione ad Autostrade, quello l'ha fatto il giovane deputato Matteo Salvini. Poi - ha aggiunto - è falso che il Pd abbia preso soldi da Autostrade, che invece ha finanziato la Lega nord per l'Indipendenza della Padania". "Ricordo quanto fu indecoroso il comportamento di Rocco Casalino, il portavoce di Palazzo Chigi, quando mandò ai giornalisti un messaggio in cui chiedeva di mettere in evidenza i fischi al Pd: quanta demagogia di fronte a 43 vittime".