SCHIAVI DI ABRUZZO - «Il prossimo Pontefice, secondo me, sarà un Papa nero e se così sarà vi spiegherò il perché».
Il parroco di Schiavi di Abruzzo, don Antonio Di Palma, entra nel dibattito attuale scatenatosi dopo le clamorose dimissioni del romano pontefice Benedetto XVI. E lo fa sbilanciandosi addirittura in un pronostico sulla figura del nuovo successore di Pietro.
L’occasione è stata quella della celebrazione del mercoledì delle Ceneri.
Dopo aver posto le ceneri sul capo dei fedeli, simbolo che ricorda la finitezza e la caducità dell’esistenza umana, al termine della messa il sacerdote si è lasciato scappare quell’affermazione. Un Papa nero. Questo il pronostico azzardato dal parroco di Schiavi.
Nulla di sconvolgente, il toto-Papa è ormai diventato lo sport del momento. Ciò che lascia incuriositi è il resto della frase del sacerdote: «se sarà così vi spiegherò il perché».
Il rinvio della spiegazione crea un po’ di apprensione mista a curiosità. Perché non spiegare ora, subito, il senso del pronostico azzardato? La spiegazione differita porta allora a fare un collegamento logico, sia pure azzardato: vuoi vedere che il parroco ha fatto riferimento, nel suo pronostico, al “Papa nero”, che nelle profezie di Nostradamus sarebbe l’ultimo prima dell’apocalisse? Ma Don Antonio, uomo di profonda fede, non è tipo da credere a Nostradamus e tra l’altro in nessuna centuria si parla del Papa nero. E non c’è alcun riferimento a tale figura neanche nella cosiddetta profezia di Malachia. San Malachia di Armagh, arcivescovo irlandese, nato nel 1094 e morto nel 1148, in seguito a una premonizione enunciò la cosiddetta Profezia dei Papi, ovvero un elenco di 112 motti, uno per ogni Pontefice, che racconta la storia dei Capi della Chiesa di Roma, da Celestino II (eletto nel 1143) fino a oggi, quando “durante l’ultima persecuzione della Santa Romana Chiesa siederà Pietro il Romano, che pascerà il gregge fra molte tribolazioni. Passate queste, la città dei sette colli cadrà e il tremendo Giudice giudicherà il suo popolo. Amen”. I sostenitori della ‘previsionè di Armagh ritengono che Pietro il Romano altri non sia che il cardinale Tarcisio Pietro Evasio Bertone, originario di Romano Canavese, in Piemonte, dato tra i probabili candidati al soglio pontificio come 112° e dunque ultimo Papa. Se la serie di coincidenze dovesse completarsi con la nomina del religioso a Santo Padre significherebbe inequivocabilmente una cosa soltanto: la fine del mondo e il Giudizio Universale, l’Apocalisse. Numerosi storici però hanno confermato che la profezia di Armagh è un falso, confezionato nel 1583 da un certo Alfonso Ceccarelli. Difficilmente, dunque, il parroco di Schiavi ha voluto far riferimento alla profezia di Malachia, ad una bufala. E allora, la storia del Papa nero? La mente va anche ai segreti di Fatima, sui quali però non è stata fatta ancora piena luce, e alle varie tesi sulla fine dei tempi, ma l’interpretazione più plausibile e logica è che il sacerdote abbia inteso dire che a suo avviso il prossimo Pontefice sarà un gesuita. Proprio così, un gesuita.
Il superiore generale ella Compagnia di Gesù, infatti, viene chiamato “Papa nero” per il colore della tonaca che indossa, perché è eletto a vita come il Pontefice ed è a capo del più numeroso e potente ordine religioso del mondo. Ecco, forse, svelato il segreto. Secondo don Antonio il conclave eleggerà Papa un gesuita. Questa potrebbe essere la spiegazione più semplice che spazzerebbe via qualsiasi interpretazione millenaristica o addirittura esoterica delle parole del sacerdote.
Per avere conferma bisognerebbe chiedere direttamente all'interessato, ed è quello che faremo al più presto.
E comunque una cosa è certa, prima o poi la fine dei tempi arriverà. Così sta scritto e così sarà.