I nuovi tagli sono stati resi noti dai sindacati di categoria che da subito hanno portato alla luce la scandalosa soluzione imposta dalla Banca d'Italia. L'istituto bancario aveva già portato alla luce la difficoltosa situazione molisana in un rapporto risalente al novembre scorso in cui affermava che la regione molise aveva disatteso quanto fatto sperare sul finire dell'anno precedente.
Sotto tutti i campi sembra che, almeno nei primi nove mesi del 2014, la domanda di prodotti industriali sia per il resto d'Italia che per l'estero fosse rimasta debole. In quello stesso rapporto si accennava anche a degli 'ampi margini di capacità produttiva inutilizzata e l'elevata incertezza sulle prospettive economiche'. Secondo l'analisi di Bankitalia quella situazione avrebbe continuato a condizionare la spesa per gli investimenti favorita anche dalle difficoltà incontrate dal settore edilizio sia per il comparto pubblico che provato. Come se non bastasse a tutto questo si è andato a sommare anche un netto ridimensionamento dei flussi turistici diretti in regione.
Sempre il rapporto del novebre 2014 parla di una contrazione del credito bancario verso le imprese e le famiglie. Soprattutto queste ultime hanno visto scendere la possibilità di investire nel comparto costruttivo abbassando di conseguenza anche la qualntità di prestiti al consumo erogati.
Alla luce di tutto questo discorso i sindacati di categoria, come Fisac/Cgil, Fiba/Cisl e Falbi/Confsal, hanno appena reso noto che la Banca d'Italia ha in mente un piano di smantellamento territoriale che potrebbe colpire una qualsiasi regione italiana ma, purtroppo, sono alte le possibilità che tra i tagli rinetrino anche filiali molisane. La zona abruzzese e molisana ha già subito la chiusura di alcune succursali bancarie negli scorsi periodi (leggi); nello stesso periodo sempre il Molise ha cominciato a fare in conti con altri tagli, rivolti alla rete postale (leggi).
L'ultimo incontro tra sindacati a vertici della Banca d'Italia non ha fatto che allontanare le parti tirate in ballo, confermando la scarsa volontà da parte dell'istituto bancario nazionale di ascoltare le proposte avanzate dai sindacati.
Tuttavia Fisac/Cgil, Fiba/Cisl e Falbi/Confsal non hanno nessuna intenzione di arretrare ne di arrendersi al ridimensionamento proposto però occorre uno sforzo capace di coniugare la necessità di adeguamento al mutato contesto esterno con il fondamentale ruolo dell’Istituto come erogatore di servizi al cittadino, ciò può avvenire esclusivamente a condizione che sia preservata una presenza radicata e diffusa sul territorio.
Per poter perseguire questo scopo le sigle sindacali hanno già messo in cantiere un articolato e complesso percorso di mobitazione dei dipendenti bancari di tutta Italia sperando di sensibilizzare in qualche modo anche l'opinione pubblica.