Si avvicinano i giorni di Carnevale e come da tradizione a Castiglione Messer Marino i Pulgenèlle, ovvero le antiche figure centrali della Maschera, il tipico carnevale delle zone montane e appenniniche.
Ma cos’è e come si svolge la “Maschera” di Castiglione?
Prima di tutto bisogna dire che sbaglia di pensa che si tratti di una pura e semplice manifestazione locale e “provinciale”. Il carnevale di Castiglione si inserire nel filone degli antichi carnevali appenninici strettamente legati alla cultura e alla civiltà montana e contadina che hanno come personaggio centrale gli Zanni (appennino reatino e ascolano), i Pulcinella di Castiglione M.M.e i Mazzaroni di Schiavi d’Abruzzo.
Si tratta, secondo l’antropologa Adriana Gandolfi, di figure tutt’altro che banali perchè appartengono alla tradizione arcaica dell’appennino centrale.
Per la Gandolfi il Pulcinella “era ed è centrale nel carnevale perché svolge la funzione di maestro di cerimonia. E’ quello che accompagna le maschere e stabilisce le soste”. “Il fatto che sia bianco e abbia il cappello a punta – continua l’antropologa – rappresenta la sua origine come rappresentazione dell’antenato morto che stava nel sottosuolo e che torna con le maschere per separare il mondo dei vivi da quello dei morti. Il bianco era il colore dei morti. Il Pulcinella riportata dal sottosuolo le figure demoniache per far fecondare la terra e poi le riportava nel sottosuolo. Anticamente i pulcinella avevano anche il viso dipinto di nero con la fuliggine, altro elemento che denotava il legame col mondo del sottosuolo.
Sull’origine e la funzione del suo cappello a punta riccamente colorato la Gandolfi dice che “si tratta di uno dei cappelli più arcaici delle figure magiche. Il cappello a punta, già utilizzato dal Maccus nell’antica Roma, denota il contatto con l’aldilà, è lo strumento del tramite con l’altro mondo. Non è un caso, infatti, se tutte le figure dei maghi e delle streghe hanno i cappelli a punta”.
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