C’è davvero da rimanere sbigottiti di fronte all’ennesimo atto di protervia e accanimento assunto dal Governatore – commissario Frattura in merito al provvedimento assunto con DCA che dà l’avvio alla suggestiva e unilaterale integrazione tra la struttura privata Fondazione Giovanni Paolo II e quella pubblica dell’ospedale Civile Cardarelli.
E’ bastato il pretesto del blocco del turn-over medico/sanitario imposto dai Ministeri a causa del piano di rientro dal debito e una mancata volontà di procedere con assunzioni per rispondere alla cronica necessità di personale, che nottetempo magicamente si trova la soluzione per iniziare il gioco dello smantellamento lento ma progressivo di servizi sanitari compresi quelli essenziali pubblici a partire dalla chirurgia vascolare, trasferita al privato convenzionato se pur come dichiarato in via sperimentale.
Tale prassi si inserisce perfettamente in una logica di progressivo depauperamento della sanità ,creando nei fatti ulteriori confusioni di ruoli e compiti tra strutture, aumenta le diseguaglianze e quindi le ingiustizie sociali, ma sopratutto si rischia di assicurare sempre meno cure adeguate per carenza di risorse umane e tecnologiche. Così, le incapacità, i costi e i disastri strutturali creati da almeno venti anni di mala gestione della sanità molisana, vengono scaricate sulle spalle dei cittadini. Come magistralmente ci insegna Noam Chomski nella sua elaborazione della lista che comprende le 10 strategie per l’uso di armi silenziose per condurre guerre tranquille, pezzo dopo pezzo si scompone il puzzle pubblico e si ricompone lo stesso in altri luoghi, riducendo spesso anche le prestazioni. Tale strategia consente di affrontare le emergenze e le criticità create nel pubblico, per far accettare come soluzioni ottimali, scelte politiche che poco hanno a che fare con una visione complessiva e sostenibile di sanità universale e pubblica per tutti. Esiste una strana idea in questa regione, si ritiene infatti che, attraverso le privatizzazioni, la precarietà, la flessibilità, si possa garantire a tutti servizi sanitari migliori. Il decisionismo dimostrato nel perseverare in questo disegno, ci allarma e ci preoccupa. Ancora una volta nostro malgrado chiediamo un ripensamento e una presa di coscienza da parte del commissario . Ribadiamo che i parametri a base di una riforma sanitaria non possono essere quelli legati al taglio dei posti letto negli ospedali, o quelli legati alla riorganizzazione e/o superamento di reparti e/o accorpamento di funzioni che si trasferiscono da una struttura ad una altra senza un quadro di insieme chiaro , oppure basato sul taglio di prestazioni sociali, o contrazione degli investimenti per le strutture pubbliche e individuazioni nel contempo di risorse e spazi per la sanità altra.
Questo è un modello che la CGIL e la Funzione Pubblica ritengono del tutto sbagliato, l’impegno assunto al tavolo della Giunta Regionale lo scorso 11 aprile, era quello di riconvocare le parti a breve per spiegare meglio i dettagli della proposta regionale , fugando i dubbi e gli interrogativi posti alla regione a partire proprio dal modello di integrazione pubblico privato. Restiamo in attesa, constatando pur nella consapevolezza che a tutt’oggi, non ci è dato sapere quale sia il piano definitivo, quale riorganizzazione o funzionalità si prevedono per le strutture pubbliche e quelle private convenzionate, quali e quanti gli investimenti previsti, nonché quali e quanti tagli da effettuare sulle inappropriatezze esistenti. La sanità pubblica va riqualificata migliorando le prestazioni e potenziando le sinergie tra la medicina ospedaliera e quella territoriale.
La CGIL e la Funzione Pubblica ritengono fondamentale che sul tema del riordino sanitario non si debba proceda per tentativi o fasi sperimentali, la salute del cittadino , è una cosa troppo seria troppo importante che va sempre garantita, così come la professionalità e la qualità delle prestazioni sanitarie che sono argomenti altrettanto seri che appunto richiedono una grande capacità progettuale e una visione complessiva che non si limiti ad affrontare l’emergenza quotidiana.
Per queste ragioni la CGIL e la Funzione Pubblica ribadiscono la propria disponibilità al confronto, e confermano la decisa volontà di intraprendere ogni iniziativa volta alla tutela della difesa del diritto alla salute universalmente riconosciuto e alla qualità delle prestazioni cui hanno diritto i cittadini molisani. Tutto questo passa anche attraverso la salvaguardia e il potenziamento professionale degli operatori sanitari .
Il Segretario Organizzativo CGIL Molise La Segretaria Generale F.P. CGIL Molise
Franco Spina Susanna Pastorino