Procura di Campobasso, Forze dell'ordine e giornalisti passando per le scuole. Solo tutti uniti si può combattere la droga a Campobasso e in tutto il Molise. E' il monito del Procuratore della Repubblica di Campobasso, Nicola D'Angelo. Che in un incontro organizzato nella sede dell'ordine dei giornalisti ha affermato con convinzione: "Bisogna scendere in guerra contro la droga, chiedo un 'arruolamento' a tutti voi".
Per D'Angelo arruolamento significa che, ogni testata secondo le proprie possibilità e le proprie capacità di progettualità, dovrebbe dare spazio e parlare del problema. I giornali cartacei e gli on line con i dovuti approfondimenti in materia, e non fermandosi solamente alla notizia di strillo degli arresti, e per le tv organizzare campagne informative anche attraverso la realizzazione di spot televisivi.
Un appello da cui si comprende l' entità e la gravità del problema. Per il capo della Procura è importante far capire cosa vuol dire finire nel vortice della tossicodipendenza. Lo ha spiegato ai giornalisti facendo anche esempi concreti su quello che accade.
"Una canna di oggi - ci ha rivelato - equivale a 10 di dieci anni fa. Perché spesso nel fumo, come abbiamo evidenziato in nostre indagini, ci sono piccole sostanze di eroina. Si perché prima di iniettarsela in vena i ragazzi ci mettono tempo. Della puntura hanno paura e la utilizzano soltanto quando sono dentro il tunnel". Numeri da brivido, e sono solo quelli ufficiali, per il Molise: 1.300 in trattamento ai Servizi per le dipendenze (Serd), per dipendenza da oppiacei. "Non c'è consapevolezza del fenomeno e della dimensione numerica del problema e questo avviene anche nelle famiglie". "Ci sono mamme - dice D'Angelo - che chiedono di trattenere in carcere il figlio tossicodipendente perché in casa, ai domiciliari, il problema si ripresenta in tutta la sua drammaticità". Quindi l' impegno delle istituzioni per "accendere un faro su questo tema".
Perchè poi è grave il problema nelle famiglie ce lo spiega anche con un altro approfondimento. Dicendoci che è più facile per una famiglia di livello medio basso accettare quanto accade. "I genitori delle famiglie perbene- ha sottolineato - tendono a minimizzare il problema e sono refrattarie a mandare i loro figli in comunità". Il Molise non è più isola felice da tempo e lo dicono i numeri. Siamo quarti in quanto a consumo di droga, anche più di Napoli facendo il rapporto tra numero di abitanti e consumatori abituali. Tutto questo avviene anche perchè in Molise ci sono sempre meno attività sportivo, culturali e ricreative da fare. Molte meno di venti anni fa. Il nostro portale si rende disponibile a scoperchiare il fenomeno insieme alle forze dell'ordine e alle procure. Insieme si può sconfiggere un fenomeno che diventa sempre più piaga sociale.