A Serracapriola via alle celebrazioni in onore di Padre Matteo da Agnone

di Teresa Silvestris
02/11/2011
Attualità
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SERRACAPRIOLA (FOGGIA) - Mani e volto appoggiati sulla lapide che ne custodisce le spoglie, occhi chiusi e labbra che appena sussurrano una preghiera: è sicuramente questa l’icona della profonda devozione verso il Servo di Dio Padre Matteo da Agnone, frate cappuccino e potente esorcista nato nel piccolo centro molisano nel 1563 e morto nel convento francescano di Serracapriola il 31 ottobre 1616. E’ proprio qui che, sotto l’affresco raffigurante la “fulminazione del turco”, a destra del presbiterio, egli riposa da quasi quattrocento anni e ascolta, in un’atmosfera di silenzio e raccoglimento, le richieste di grazie dei numerosi fedeli. La causa di beatificazione, giunta presso la Congregazione nove anni fa e portata avanti con immutato zelo da Padre Cipriano de Meo, anch’egli esorcista, è a buon punto ma sembra che per i devoti l’umile frate cappuccino sia già santo. Ordinato sacerdote nel 1592, Padre Matteo da Agnone fu oratore, maestro di novizi ed esorcista. Ebbe il dono della profezia e dei miracoli. Dotato di una non comune intelligenza, incentrò la sua spiritualità sulla passione di Cristo ma soprattutto sull’assunzione in Cielo di Maria. La tradizione vuole che la commemorazione della sua “nascita al Cielo” avvenga ad anni alterni a Serracapriola e Agnone. Quest’anno i pellegrini si sono dati appuntamento nella chiesa di Santa Maria in Sylvis a Serracapriola dove, per ragioni di spazio, si è tenuta la solenne celebrazione presieduta da Mons. Lucio Renna, vescovo della diocesi di San Severo, Mons. Domenico Scotti, vescovo di Trivento, Padre Cipriano de Meo, vice postulatore della causa di beatificazione, e dai Frati Cappuccini della Provincia di Sant’Angelo e P. Pio. Erano presenti le autorità civili e fedeli da ogni parte d’Italia. Ironizzando in modo benevolo sulla sua missione, Mons. Lucio Renna ha iniziato la sua omelia esordendo con il noto detto “ne sa una più del diavolo”, lodando l’operato di Padre Cipriano che oramai da tanti anni e nonostante le non poche difficoltà, si adopera affinché la figura di Padre Matteo sia giustamente riconosciuta. Da questo impegno sono scaturite diverse realtà tra cui il gemellaggio, nel 1999, fra le due città di Serracapriola e Agnone, la nascita di molti gruppi di preghiera e una devozione sempre crescente. Testimonianze di guarigioni e grazie ricevute provengono persino da persone fuori i confini italiani che periodicamente tornano in visita a Serracapriola trasmettendo la propria esperienza. In un mondo dove spesso il male viene tendenzialmente ignorato o “abbellito” per nascondere la sua vera natura, Padre Matteo ci ricorda che esso esiste, che è sempre in agguato ma che può e deve essere debellato attraverso una condotta santa. Alla vigilia della solennità di Tutti i Santi, è bene tener presente che la santità non è “qualcosa di straordinario ma fa parte dell’ordinarietà della persona umana”. Lo stesso Padre Matteo fu esempio di un “ministero sacerdotale svolto in maniera luminosa”. Anche noi, allo stesso modo siamo chiamati a rendere luminoso il nostro stato, qualunque esso sia. Solo così possiamo sperare di costruire una società migliore. Dopo la messa, una lunga fiaccolata ha illuminato il corso principale del paese facendo una prima tappa presso il Municipio dove è stata scoperta una targa commemorativa del gemellaggio e proseguendo poi verso il Convento per un momento di preghiera davanti alla lapide del Servo di Dio e di accoglienza dei pellegrini.

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