AGNONE. Dopo il successo della prima edizione della “Marcia di Badolato in difesa dei paesi spopolati” svoltasi in Calabria venerdì 7 ottobre 2011 nella ricorrenza dei 25 anni della vicenda nota come “Badolato paese in vendita”, Domenico Lanciano, responsabile dell’Università delle Generazioni, propone pure all’Alto Molise di mettersi in marcia per evitare di andare in retromarcia, in difesa di se stesso e di tutti gli altri paesi che, a decine di migliaia, in Italia e in Europa, sono afflitti dallo spopolamento, con l’incombente rischio di essere cancellati dalla geografia, dalla storia e dalla democrazia. Per questo sta chiedendo ad enti e ad associazioni di essere protagonisti della prima Marcia dell’Alto Molise in difesa dei paesi spopolati. Ha già aderito il Centro Studi Alto Molise da sempre animato dal prof. Francesco Paolo Tanzj. La prima edizione di tale manifestazione altomolisana potrebbe avere luogo, ad esempio e senza bandiere, tra Agnone e Belmonte del Sannio sul percorso di 6 chilometri assai agevoli e molto panoramici. La data migliore potrebbe essere quella del 1° maggio “Festa del Lavoro”, perché festiva (consentendo una maggiore partecipazione di tutte le categorie di cittadini) e perché legata simbolicamente al lavoro la cui dolorosa carenza rende sempre più spopolato non soltanto l’Alto Molise ma tutto il Sud Italia, come ha drammaticamente dimostrato il più recente Rapporto SVIMEZ. La “Marcia dell’Alto Molise” si inserisce nello specifico progetto “Europa in marcia” di Domenico Lanciano che intende far marciare (magari nelle date simbolo della Repubblica Italiana del 25 aprile, 1° maggio oppure 2 giugno) quanti più paesi spopolati possibile per protestare contro la perversa e tragica tendenza a far morire la piccola Italia e della piccola Europa. “E’ assolutamente necessario – secondo Lanciano – iniziare una fase di epocale “riequilibrio” tra città e campagna, poiché le città scoppiano ed i paesi muoiono. Senza un adeguato riequilibrio il mondo intero andrà sempre più incontro a seri problemi in tutti i settori della vita economica, sociale e civile, come stanno dimostrando le recenti e funeste alluvioni della Liguria dovute in gran parte all’abbandono del territorio attorno ai piccoli paesi e alla devastazione del territorio nelle città”.