La prima bufala, che, inaspettatamente e pateticamente, chiama in causa per il loro interessamento anche due ministri della Repubblica, riguarda la convinzione che il cantante Ultimo avrebbe vinto l’edizione numero 69 di Sanremo se a votare fossero stati solo i cittadini del televoto e non anche le giurie demoscopica e d’onore. Così va il mondo italiano.
Va detto, senza dubbio alcuno, che, se ci si limitasse, in modo asettico, a rilevare che, nel televoto, l’Ultimo ha conseguito il 43% superando nettamente l’altro cantante poi risultato vincente, Mahamooud, non ci sarebbe discussione. Ma, a voler essere seri, non si può nascondere una verità che nessuno vuol raccontare: il televoto non è un voto libero. E non è libero perché ha almeno tre connotazioni che lo invalidano
- È influenzato dalla popolarità del personaggio
- È influenzato dagli investimenti in marketing che le case discografiche predispongono per rendere sempre più appetibile il nuovo personaggio.
- È influenzato dalla scarsa competenza professionale tipica di un pubblico che, al 99%, pratica la musica solo sotto la doccia o in trattoria o in campagna.
Proprio per questo motivo, per evitare che i vincitori di grandi manifestazioni escano vincitori solo per merito di popolarità o investimenti in marketing, da anni si è deciso di affiancare alla votazione per televoto (50% di peso specifico), quella demoscopica (30%), espressa da qualificate persone del mestiere che, nel caso di Sanremo, erano rappresentate da ben 400 giornalisti di ogni appartenenza politica e quella d’onore rappresentata da 8 stimati rappresentanti del mondo dello spettacolo.
Definire queste due giurie come covo di radical chic è una cosa semplicemente ridicola.
La seconda bufala è stata preparata e data in pasto all’opinione pubblica da un truffatore di notizie ben noto alla stampa, molto meno noto ai tanti che hanno abboccato e rilanciato le sue stupidate. Si chiama Gian Marco Saolini il quale s’è inventato un video nel quale ha spudoratamente messo in atto una squallida messinscena in cui grida a un complotto della sinistra: “Sono un giornalista e facevo parte della giuria stampa che partecipava al Festival di Sanremo. Siamo stati obbligati a far vincere Mahmood.Probabilmente ora perderò il posto di lavoro, ma non posso andare a dormire con la coscienza sporca. Ci hanno imposto di farlo vincere per lanciare un messaggio all’Italia sia per andare contro al ministro Salvini sia per dare un messaggio positivo che incentivasse e sensibilizzasse gli italiani a vedere meglio l’immigrazione e comunque le persone straniere”. Una bufala che in molti hanno considerato vera, tanto da condividerla come prova del “voto politico” che ha fatto vincere Mahammod.
Saolini non è nuovo alla diffusione di bufale. Si è travestito da medico, da imprenditore, e perfino, da “membro di una Ong“. In questa veste, raggiungendo ben 2 milioni di visualizzazioni, ha fatto passare il falso messaggio “i migranti a bordo hanno videogame e giochi d’azzardo”, cui tanti hanno abboccato, forse anche i due ministri.