Giuseppe Conte insultato a Strasburgo. Italia isolata

Inaccettabili offese, ma ce la stiamo cercando. Ci si mette pure Borghezio

Enzo Carmine Delli Quadri
13/02/2019
Attualità
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Il nostro presidente del Consiglio ha provato sulla propria pelle la rudezza di certi duri e puri del Parlamento Europeo, così come già successe a Berlusconi anni fa. Sono stati ineducati e offensivi contro di lui e contro noi italiani tutti. Ma noi ci abbiamo messo del nostro o meglio, il Governo del Cambiamento ci mette pesantemente del suo: 

  • sfida Bruxelles sulle regole di bilancio, 
  • frantuma i rapporti diplomatici con il vicino francese inseguendo i gilet gialli, 
  • lascia in mare i migranti, 
  • non consente all’Europa unita di disconoscere il venezuelano Maduro e, se lo fa, lo fa tardivamente con mille cautele,
  • va sfilando l’Italia dal suo ruolo di Paese fondativo, alleandosi coi i paesi del patto di Visegrad (Ungheria e Polonia),
  • stancellando l'immagine che Altero Spinelli ha lasciato dell'ITALIA.

Quando Conte inizia a parlare, l’emiciclo è semivuoto, è un’arena gelida senza neanche il supporto dei deputati europei italiani, moltissimi dei quali proprio assenti. Al suo discorso, molto critico verso l’Europa, reagiscono tutti, ma con maggior con veemenza, Manfred Weber, dei popolari europei candidato a presidente della Commissione Ue, Udo Bullmann dei socialisti e Verhostadt dell’Alde, gruppo cui il M5S in passato aveva chiesto di aderire. Verhostadt è il più impietoso quando aggiunge una frase ingiuriosa per lui e per noi tutti: «Per quanto tempo resterà un burattino nelle mani di Conte e di Salvini?».  Conte risponde a Verhostadt: «Io non sono un burattino e lei ha offeso tutto il popolo italiano. Sono burattini quelli che si fanno manovrare da lobby»

In mezzo a questa bagarre è intervenuto, a difesa di Conte, il leghista Borghezio (avrebbe fatto meglio a tacere). “Grazie per il suo sforzo per fermare le partenze dall’Africa e per parlare con i paesi africani con pari dignità - ha detto Borghezio -, non come si faceva in passato con i partiti che andavano in Africa a rubare”. Non l’avesse mai detto, perché è stata subissato da proteste che gli hanno ricordato come anche l’Italia fosse andata in Africa a depredare per non parlare, poi, della Lega che, oltre a depredare il popolo italiano di 49 milioni di euro, come accertato dalla magistratura, avesse anche commerciato in diamanti con la Tanzania con l’ex tesoriere del Carroccio Belsito, all’epoca peraltro in cui Borghezio era un importante dirigente del partito di via Bellerio.

 

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