Campobasso - Il presidente della Regione Molise, Michele Iorio, e' stato condannato ad un anno e sei mesi di reclusione, pena sospesa, per abuso d'ufficio. Il Tribunale ha accolto pienamente la richiesta di condanna formulata dal pm Fabio Papa. Il reato e' collegato a due delibere di giunta, approvate anche con il voto del presidente, per l'affidamento di due studi (uno sulla sanita' ed uno sull'autostrada del Molise), alla societa' di consulenza Bain&Co. Secondo i magistrati, i lavori sarebbero serviti ad agevolare l'assunzione di uno dei figli di Iorio nella multinazionale. La sentenza del tribunale di Campobasso (collegio composto dai giudici Russo, Rinaldi e Scarlato) e' arrivata alle 22,30, dopo circa due ore di camera di consiglio. Iorio, che guida la regione dal 2001, e' stato condannato anche all'interdizione dai pubblici uffici per lo stesso periodo (ma anche in questo caso la pena e' sospesa) ed al pagamento delle spese processuali, mentre il risarcimento in sede civile dovra' essere stabilito in altra sede. La vicenda risale al 2003-2004, quando l'esecutivo guidato da Iorio affido' i lavori alla multinazionale dove lavorava il figlio Davide. "Rispetto a tali delibere - ha sostenuto il sostituto procuratore Fabio Papa nella sua requisitoria - Iorio non si asteneva, come prescritto e come suo dovere, in presenza di un evidentissimo interesse di un proprio strettissimo congiunto". Uno dei due studi, quello sulla sanita', per Papa "non lo ha visto nessuno", nemmeno la Digos "ha mai trovato la consulenza". "Abbiamo assistito ad una sequenza di testimoni - ha afferma il sostituito procuratore - che e' stata mortificante. Nessuno di questi e' stato in grado di dire cosa ha fatto la Bain per la Regione Molise. Persino i testimoni piu' autorevoli, sono tutti partiti in quarta nel dire che le consulenze sono state utilissime, poi pero' non hanno saputo dire nulla piu', non hanno saputo dire cosa contenevano. E comunque, prima di affidare il lavoro, bisognava fare una comparazione tra almeno quattro o cinque societa'". La difesa dell'avvocato Arturo Messere e' stata incentrata sulla "mancanza di elementi per affermare la responsabilita' penale di Iorio". "Non esisteva - ha detto Messere - alcun dovere di astensione da parte del presidente nell'adottare le due delibere. La Regione, affidandosi alla Bain&Co - ha proseguito il legale - si e' affidata ad una societa' di consulenza a livello europeo. Non ci fu alcun favoritismo, c'e' stato un corretto uso del potere discrezionale da parte del presidente e anche senza Iorio la giunta avrebbe fatto lo stesso". Per Messere la promozione del figlio di Iorio c'e' stata "per meriti suoi, perche' e' bravo, come dice la stessa societa'". Quindi, ha concluso Messere "il fatto Iorio deve essere assolto perche' il fatto non sussiste e comunque non costituisce reato". La difesa di Michele Iorio ha annunciato il ricorso in Appello. (fonte agi)