Covid 19, case di riposo ancora ignorate: “Subito tamponi per anziani e operatori”

02/04/2020
Attualità
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Le Residenze assistenziali molisane si uniscono in questo periodo di forte apprensione e chiedono 
di non ripetere gli errori di alcuni paesi del Nord Italia, lanciando di nuovo l’allarme: “Se tra gli 
operatori c’è un asintomatico, per i nostri anziani è la fine”
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L’appello, a distanza di pochi giorni dal primo, dopo il susseguirsi di diversi allarmi 
lanciati dal mondo politico e sociale locale, arriva di nuovo ed è indirizzato sempre al 
Presidente della Giunta Regionale del Molise, dott. Donato Toma, e al Direttore 
Generale dell’A.S.Re.M., dott. Oreste Florenzano.
Le Strutture socio assistenziali molisane, preoccupate per l’evolversi della situazione 
da contagio Covid-19 sull’intero territorio regionale, hanno deciso di formare un 
unico coro e lanciare un nuovo invito agli organi preposti, quello dell’effettuazione 
dei tamponi rino-faringei a tutta la popolazione delle case di riposo, che siano essi 
anziani (categoria più fragile in questo periodo) oppure operatori socio-sanitari ed 
infermieri.
Difatti, il rischio, secondo i gestori delle strutture residenziali, qualora non venissero 
effettuati i dovuti controlli, sarebbe quello di ritrovarsi personale asintomatico a 
stretto contatto con i nonni residenti nelle case di riposo, vettori diretti dunque di 
un virus che ancora oggi è molto diffuso in quasi tutti i paesi molisani. Molti 
operatori, denunciano i gestori, provengono anche dalle zone rosse decretate con 
ordinanza presidenziale, dunque se portassero il contagio fuori dai Comuni di 
residenza sarebbe stato inutile inibire tali paesi, considerato che gli operatori 
sanitari e socio-sanitari possono entrare ed uscire tranquillamente da suddette 
zone.
A questo si aggiunge che molti anziani presenti nelle strutture di riposo, svolgono 
quotidiane terapie ospedaliere come dialisi, chemioterapie ecc. Dunque anch’essi 
devono essere sottoposti alla verifica con il tampone oppure occorre predisporre dei 
reparti di isolamento presso i P.O., gli alberghi o nelle diverse strutture ricettive 
presenti sul territorio, come già avviene in diverse regioni italiane.
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