Marinelli, il desaparecido

Il presidente onorario di Majella Madre bacchetta l'assessore regionale

redazione
08/07/2010
Attualità
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AGNONE - Riceviamo e pubblichiamo la nota di Enzo Delli Quadri, primo fondatore e presidente onorario di "Majella Madre, per l’unità di Abruzzo e Molise". Una reprimenda all'assessore regionale agnonese Marinelli per lo scarso interesse mostrato in merito alla questione ospedale 'Caracciolo'. "Conosco Marinelli dalla sua nascita, l’ho visto correre nelle aule dove insegnava mio padre, maestro alle elementari, l’ho seguito nei suoi brillanti studi e nelle sue affermazioni professionali, prima, e politiche, dopo. Non lo vedevo dal 7 maggio 2010, giorno in cui migliaia di cittadini dell’Alto Molise e dell’Alto Vastese, con in testa decine e decine di sindaci, manifestarono contro la paventata chiusura dell'ospedale Caracciolo di Agnone. Fu una presenza rassicurante: 'Manifestate – disse -, ma state calmi, non succederà nulla, tutto resterà come prima, l’Ospedale non si tocca', (parola più, parola meno). Nei giorni successivi, quando l’amara verità venne a galla (trasformazione dell’ospedale in RSA – Residenza Sanitaria per Anziani), il nostro Marinelli diventò desaparecido: nessuna partecipazione ad altre manifestazioni che pure ci sono state, né sua né dei suoi seguaci di partito, nessuna dichiarazione di conforto o spiegazione dell’avvenuto. Io stesso, che partecipavo all’organizzazione delle manifestazioni e che volevo che queste fossero assolutamente di tipo territoriale e non partitico, lo chiamai a telefono (in verità chiamai anche il sindaco di Agnone De Vita) per invogliarlo a supportare in ogni modo possibile queste manifestazioni ed evitare che diventassero di parte. Mi rispose, piuttosto seccato: 'Io sono una persona seria'. Rimasi basito, di stucco ed ebbi una visione: mi vidi con il cellulare, nella mano sinistra, e una bandierina del Molise, nell’altra, e la faccia stranita di una persona poco seria, per giunta anziana, che, alla mia età, tutto avrebbe dovuto fare, salvo telefonare a Marinelli. Riflettevo sulla mia serietà, messa così chiaramente in dubbio dall’amico Franco Giorgio, quando sono intervenute a sostegno del mio umore depresso, dapprima, centinaia e centinaia di dimostrazioni di stima e simpatia, e poi, decine di analisi e valutazione della situazione economica, finanziaria e patrimoniale della Regione Molise, che avvaloravano le mie tesi espresse già venti anni fa, quando prefigurando tutto quello che sarebbe successo, di fronte all’ignavia o all’incompetenza della classe politica dell’epoca, lanciai una associazione per la secessione dell’Alto Molise dal Molise. Quelle manifestazioni di affetto e quelle analisi mi dicevano una cosa diversa da quella che voleva farmi credere l’Amico Marinelli e cioè che, tutto sommato, potevo considerarmi non solo persona seria ma anche preparata. Mentre mi riappropriavo della considerazione che avevo di me stesso, ecco sopraggiungere la polemica sulla 'cialtroneria gestionale' denunciata da Tremonti, dove per cialtroneria si intende il modo arruffato di gestire la cosa pubblica (poche o inesistenti procedure, arrangiate o inesistenti metodologie, oppure procedure e metodologie disattese in nome di non specificati maggiori utilità). Lo sanno anche le pietre che nel Sud Italia esiste questa cialtroneria gestionale, ma Marinelli non ci sta ed eccolo riapparire in Tv per dichiarare: 'I molisani non sono cialtroni, è Tremonti il cialtrone e l’ineducato'. Ancora una volta, in pochi mesi, rimango basito e anche questa volta ho una visione, ma questa volta l’interprete è il nostro Marinelli: vedo Franco Giorgio che con secchiello, pinne, occhiali e fucile si inoltra nel mare per andare incontro alla corazzata Tremonti. Poi, nel mare aperto, vuoi per stanchezza, vuoi per lungimiranza, o meglio per confermare agli occhi di tutti che egli è una persona seria, si attrezza a salire sulla zattera dell’UdC. Sarà vera, sarà verosimile, di certo devo far tesoro di questa visione, per capire come fare, da oggi in poi, ad essere una persona seria".

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