Aborto chimico: pochi i casi in Molise

a cura di Francesco Bottone
08/01/2013
Attualità
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Poco meno di 10 mila confezioni vendute: questo il risultato della distribuzione negli ospedali italiani della pillola abortiva Ru486 nel 2012. Per l’esattezza 9.683 scatole, a fronte delle 7.400 mila distribuite nel 2011.
Nel giro di 12 mesi si è quindi registrato un aumento delle  vendite pari a circa il 30 per cento. E’ quanto emerge dai dati forniti  all’Adnkronos Salute da Nordic Pharma, l’azienda che distribuisce il  farmaco in Italia dal 1 aprile 2010. Analizzando i risultati, balza agli occhi soprattutto un dato:  circa il 50% (4.848) del totale delle confezioni vendute sono state  distribuite in tre Regioni: Piemonte (2.322), Puglia (1.486), Toscana (1.040). Nella classifica delle Regioni da cui sono partiti più ordini seguono Liguria (890) e Lazio (847). Proprio il Lazio, insieme alla Lombardia (566) fa registrare un dato significativo: poche confezioni distribuite (1.413) a fronte della loro potenzialità. Le due Regioni insieme contano infatti oltre un terzo di tutti gli aborti chirurgici nazionali secondo la legge  194.
Nelle altre regioni: Abruzzo (130); Basilicata (35); Calabria (104);  Campania (465); Emilia Romagna (645); Friuli Venezia Giulia (160); Marche (10); Molise (30); Sardegna (125); Sicilia (362); Trentino  (48); Umbria (12); Aosta (69); Veneto (333). 
“Marche, Abruzzo e Calabria poi - spiega Marco Durini, direttore medico della Nordic Pharma- rappresentano realtà difficili, dove l’uso della pillola è quasi aneddotico”. A ‘frenare’ l’utilizzo della Ru 486, secondo il direttore medico della Nordic Pharma, ci sarebbe l’obbligatorietà del ricovero.

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