Caro politico, adesso pedala

di Giovanni Giaccio
28/02/2013
Attualità
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Negli ultimi giorni, per non dire mesi, le testate giornalistiche, i telegiornali e i radiogiornali sono stati  un lungo riportare di discorsi tenuti da questo o da quel politico.
Centrosinistra, centro, centrodestra, partiti civici hanno riempito gran parte dei palinsesti.
Giorno dopo giorno i cittadini si sono perciò visti fare promesse impossibili, quasi miracoli; abbiamo sentito linee politiche di tutti i colori e di ogni sorta.
Siamo quindi giunti alle votazioni e l’Italia è stata sommersa da altri dati: percentuali di votanti nonché astensionisti; passate altre ore è tutta l’offerta televisiva si è concentrata sui risultati che mano giungevano alle varie redazioni. Via ai grafici ed i pronostici.
Ora, proprio ora, siamo in attesa dei risultati delle elezioni regionali e, a questo punto, è venuta l’ora di riportare l’opinione del cittadino medio.
Negli anni passati abbiamo assistito alla crisi, abbiamo visto gente perdere il lavoro, appreso con orrore dei numerosi suicidi.
C’è stata Equitalia, una piccola rivolta studentesca. C’è stato di tutto e questo tutto si chiama crisi.
Non finisce qui.
Mentre l’Italia, tutta, andava a rotoli i grandi, nei palazzi capitolini, rubavano qui, sperperavano lì e riempivano le pagine della cronaca nazionale e internazionale coprendo di ridicolo questa povera penisola e rendendo sempre più invivibile la situazione per il cittadino medio.
Bé ora il cittadino si è stufato, non né può più: non sa dove prendere altri soldi per fronteggiare la crisi, non sa dove lavorare, e cosa fare.
A tutto ciò dovete pensarci tutti voi, POLITICI, questo è il vostro compito e che siate di destra, di sinistra, di centro o un partito civico a noi non interessa purché vi impegniate a riportare la situazione nella normalità.
È orribile implorare qualcuno, ma forse è necessario: “Vi preghiamo di fare il vostro dovere. Noi faremo il nostro, pagheremo le tasse e righeremo dritto ma voi dateci finalmente il buon esempio. Dimostrate a noi giovani di poterci fidare della politica.”
Per concludere vorremmo citare degli stralci di un intervento di Luciana Littizzetto che nella trasmissione ‘Che tempo che fa’, il 9 dicembre passato, disse così: “Ma lo capite che non né possiamo più? Che ci siamo rotti le balle? (…) Noi non ce l’abbiamo con la politica. La politica è una cosa bella, ce l’abbiamo con voi che vi fate i fatti vostri sulla pelle nostra. Ma noi ci siamo fatti un mazzo così. Una volta accettavamo le vostre cazzate, che andavate in Parlamento, mangiavate la mortadella, poi facevate finta che Ruby era la nipote di Mubarak; ci siamo messi anche a ridere, adesso basta. No? E basta perché ci siamo fatti anche un mazzo così, abbiam tirato la cinghia (…). Io non dico un pudore che è un sentimento antico ma una pragmatica sensazione di aver rotto il cazzo….”
Inutile descrivere lo studio del programma dopo questo breve discorso della Littizzetto, altrettanto futile dire che le parole scelte sono forti ma utile perché si l’italiano medio si è stufato, la situazione è grave ed è venuta ora di fronteggiarla al meglio.
I cittadini hanno, finché potuto, pagato le tasse e fatto i loro doveri. Ora voi fate il vostro.
Ridate dignità alla figura del politico e restituiteci i nostri diritti.
Ridate dignità all’Italia.

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