Il drammatico conflitto che continua a colpire la Terra Santa solleva la domanda su come alleviare la sofferenza di chi ne è vittima. In risposta a questa domanda, la Caritas di Trivento, sotto la guida di Don Alberto Conti, ha lanciato una nuova iniziativa a sostegno delle famiglie di Betlemme, segnate dalla guerra e dalla povertà.
Papa Francesco ci invita a pregare per la pace, non solo per la Terra Santa, ma anche per le tante nazioni che oggi sono martoriate dalle guerre. Padre Rami Assakrieh, francescano e parroco di Santa Caterina a Betlemme, ha sottolineato l'importanza di un aiuto concreto, in particolare per chi ha perso il lavoro e non ha più i mezzi per sostenere la propria famiglia. La città di Betlemme, una volta fiorente grazie al turismo e alle attività locali, è ora segnata dalla desolazione. Gli alberghi sono chiusi, le strade vuote e le famiglie lottano per sopravvivere. La situazione è drammatica anche a Gaza, dove la malnutrizione e la carenza di beni essenziali colpiscono gravemente la popolazione.
In risposta a questa emergenza, la Caritas di Trivento ha scelto di portare avanti un progetto che aiuti concretamente le persone di Betlemme. Dopo l'iniziativa avviata durante la prima Intifada, la Caritas propone ora di acquistare presepi in legno d'ulivo, realizzati dagli artigiani di Betlemme. Questi presepi, simbolo di speranza, non sono solo oggetti religiosi, ma rappresentano un supporto vitale per le famiglie che li creano. Con l’acquisto di un presepe, i fondi raccolti permetteranno di sostenere gli artigiani e le loro famiglie, riaprendo temporaneamente i loro laboratori e offrendo così un'opportunità di lavoro in un momento di grave difficoltà.
La Caritas ha già prenotato 1000 presepi, con l'intenzione di offrire a 14 artigiani l'opportunità di tornare al lavoro. Il progetto, denominato "Ahbebni" – che in arabo significa "Donami amore" – invita tutti a contribuire con un gesto di solidarietà. Acquistando un presepe, si sostengono i bambini, gli anziani e le famiglie di Betlemme, aiutandoli a coprire le spese per i medicinali e per i generi di prima necessità.
Don Alberto Conti ricorda che il Natale è il periodo della nascita della speranza. Come scriveva Don Tonino Bello, la pace è “convivialità, è mangiare il pane insieme”. In questo spirito, il presepe diventa un segno tangibile di speranza e di solidarietà, un modo per ricordare che la pace nasce dal gesto di amore condiviso, dall'abbattere i muri dell'indifferenza.
“Ogni volta che contempliamo il presepe – dice Papa Francesco – ci ricordiamo che Dio si è fatto uomo per coloro che più sentono il bisogno del suo amore. Gesù, mite e umile di cuore, è venuto a portare una rivoluzione di amore e tenerezza". Con l’acquisto di un presepe, si può contribuire a far vivere questo messaggio di speranza e giustizia, costruendo un futuro migliore per chi soffre, lontano dalla guerra e dalla violenza.
Concludendo, Don Alberto invita tutti a continuare a pregare, impegnarsi e sognare la pace, ricordando che “la speranza siamo noi, quando non chiudiamo gli occhi davanti a chi ha bisogno, quando non alziamo muri ai nostri confini e quando combattiamo contro tutte le ingiustizie”. Un Natale di solidarietà e amore, che aiuta a costruire un mondo più umano e fraterno.