Deco: nasce il copyright per i prodotti Agnonesi

Giovanni Giaccio
06/05/2013
Attualità
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AGNONE - Alcuni dicono che Agnone sia un paese magico poiché sembra che non abbia risentito del tempo che, come si suol dire, inesorabile scorre.
Altri definiscono questa cittadina come la culla di una cultura a prova di bomba; qualcuno ha detto che qui, tra l’aria fresca e i monti, la globalizzazione non abbia intaccato ciò che fa sempre parte della nostra tradizione: buon cibo e artigianato di qualità.
Tutte queste citazioni, raccolte qua e là nel tempo, non sono altro che piccole frasi che possono descrivere in parte ciò che voglia dire per un cittadino Agnone. Finora, come molti hanno detto, è stato più o meno facile far si che la nostra cultura non venisse distrutta dagli anni; oggi come oggi, al contrario, non possiamo dire che tutti questi saperi, che ricoprono le più disparate aree: agricoltura, enogastronomia, artigianato e molto altro, siano così tanto al sicuro. La costante emigrazione, soprattutto giovanile, mette a dura prova l’intero bagaglio culturale che per anni è stato tramandato di generazione in generazione e difendere tutte queste conoscenze è, per l’Agnonese del terzo millennio, un onere ed un onore.
È in seno a tutti questi presupposti che viene fuori una sorta di cassetta di sicurezza messa in piedi dall’amministrazione comunale che ha pensato, proprio per i motivi sopracitati, di istituire la Deco ovvero la denominazione comunale.
L’amministrazione Carosella, infatti, nei mesi scorsi ha lavorato a lungo su questa iniziativa e dopo aver indetto un bando di concorso per il logo della Deco, è riuscito finalmente ad istituire il marchio.
Nella giornata di ieri, noi abbiamo incontrato l’assessore Daniele Saia che ci ha spiegato nel dettaglio la funzione del marchio.
Tanto per cominciare, assessore, ci spieghi: cos’è la Deco?
“La denominazione comunale, o Deco, è un’attestazione che lega in maniera indissolubile un prodotto, o una produzione, al luogo storico d’origine. Questo marchio ci consentirà di proteggere dei beni del nostro territorio e che quindi nessuno potrà mai imitare; tutelando la nostra biodiversità di prodotti possiamo rimettere in moto lo sviluppo economico e sociale dei nostri territori. Le Deco non sono altro che strumenti che difendono e conservano le produzioni e i prodotti locali dalle contaminazioni dei processi globali che poi conducono alla standardizzazione dei prodotti.”
Non è difficile da capire: la Deco non è altro che una sorta di certificazione, un brevetto che difende i prodotti Agnonesi. Ora ci chiediamo: chi può pregiare un prodotto del marchio Deco?
“Il marchio può essere apposto su ogni prodotto locale (di ogni sorta: manifatturiero, agricolo, enogastronomico, artigianale ecc). L’unica cosa da fare è sottoporre il prodotto in questione all’analisi di specialisti del settore che né analizzeranno i componenti, la produzione e la storicità. Se il verdetto del nostro consiglio è positivo, allora il prodotto riceverà il marchio.”
Dunque ogni prodotto può diventare marchiato Deco, purché rispetti certe caratteristiche. Ora l’interrogativo è: a cosa porterà tutto questo? Quali sono le potenzialità della denominazione comunale?
“Il ragionamento alla base è molto semplice. Il marchio Deco, ideato dal giovane agnonese Giovanni Fossaceca, sarà stampato sulle confezioni che potranno pregiare della denominazione; potrà essere impresso su buste per la spesa e quant’altro. Questo circolare del logo Agnoese si tradurrà in marketing; una pubblicità che frutterà sia per i prodotti (nonché i produttori) che per l’intero paese. Per esempio, chi riceverà a, Napoli, un prodotto Deco, sarà sicuramente incuriosito da logo e cercherà Agnone online; con molta probabilità sarà incuriosito e verrà a trovarci. Questa è solo una delle potenzialità; possiamo dire che il marchio è lo strumento di tutela e promozione della nostra tradizione. Per quanto riguarda le strategie di utilizzo, bè quelle sono infinite…”
Usciti dagli uffici comunali, ci rendiamo conto che l’istituzione del marchio sia una vera e propria svolta; ora attendiamo solo che uno, tra i tanti produttori locali, si facci avanti e dia il via a questa nuova era di conservazione delle tradizioni.

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