La proposta alla Asl: barattiamo la continuità assistenziale con un medico sul 118

La realtà è questa: l'emergenza sanitaria, nell'Alto Vastese, ad oggi non è assicurata

Francesco Bottone
10/10/2013
Attualità
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UN CODICE ROSSO, un'emergenza e una richiesta di soccorso sanitario in una frazione di Schiavi di Abruzzo o in un'altra località dell'Alto Vastese, magari in zona inaccessibile, in un bosco ad esempio, con l'elicottero del 118 che non può atterrare a causa delle avverse condizioni meteo.

Non è la trama di un film drammatico, ma la realtà che si vive, ogni giorno, nel comprensorio montano del Vastese. Ed è quanto è accaduto ieri, ad esempio, a Schiavi, dove un boscaiolo è rimasto ferito alla testa da un pesante ramo. L'elicottero del 118 è decollato da Pescara, ma a causa della scarsa visibilità dovuta alla nebbia, è stato costretto ad atterrare a Carunchio. E siamo solo ad ottobre, in autunno. In pieno inverno, con le tipiche bufere di neve, l'elicottero avrà ancora maggiori difficoltà ad atterrare in sicurezza. E la gestione delle emergenze sanitarie salterà completamente.

Nella gestione del codice rosso di ieri, in pratica, l'ambulanza del 118 di Castiglione, che non è dotata di medico a bordo, avrebbe dovuto raggiungere il ferito in frazione Taverna di Schiavi, tempo stimato venti minuti di percorrenza, sul posto l'infermiere avrebbe dovuto prestare le prime cure al paziente, per poi trasportarlo fino a Caraunchio, sul posto di contatto con l'eliambulanza, tempo stimato 35-40 minuti. Salvo imprevisti, a conti fatti, il ferito avrebbe raggiunto l'elicottero in non meno di un'ora abbondante. Da Carunchio all'ospedale di Vasto o di Pescara altri dieci o venti minuti di volo. Tempi che si sommano, minuti su minuti che in certi casi rappresentano la sottile, ma fondamentale differenza tra la vita e la morte. E ieri, proprio per avitare di perdere tempo prezioso, si è deciso di richiedere l'intervento del 118 di Trivento, in Molise, che ha trasferito il ferito presso l'ospedale "Veneziale" di Isernia. Mobilità passiva, certo, spese in più per la Regione Abruzzo, ma il paziente è arrivato al pronto soccorso in poco più di trenta minuti, un tempo ragionevole.

E così le cronache giornaliere riportano d'attualità il tema dell'emergenza sanitaria in una zona montuosa e marginale come l'Alto Vastese. E si torna a chiedere, con forza e determinazione, il medico a bordo del 118 che attualmemente è operativo per sole dodici ore al giorno a Castiglione Messer Marino. Un servizio di vitale importanza, è proprio il caso di dirlo, che però va avanti monco, a metà, perché non c'è un medico che salti su quell'ambulanza insieme all'infermiere e all'autista.

E allora la proposta del dirigente del distretto sanitaro di Castiglione, Fioravante Di Giovanni, emersa nel corso del consiglio monotematico di Celenza sul Trigno nei giorni scorsi, acquista ancor più valore. "Meglio avere un medico a bordo dell'ambulanza, in grado di intervenire h24, che tenerci, così come sono oggi, le guardie mediche" aveva osato dichiarare pubblicamente Di Giovanni, attirando le critiche e le proteste dei medici di guardia presenti in aula e di qualche consigliere comunale.

Una ovvietà, quella pronunciata da Di Giovanni, che un qualsiasi residente nei centri montani del Vastese dovrebbe condividere, perché è una proposta dettata dal buonsenso e dalla constatazione che l'emergenza sanitaria, ad oggi, nei piccoli centri dell'entroterra, non è affatto garantita.

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