Salute: malattie tiroide sottostimate nei bimbi, non riconosciuta una su tre

I consigli di Francesco Chiarelli, Direttore della Clinica Pediatrica dell'Universita' di Chieti e Presidente della Societa' Europea di Endocrinologia Pediatrica

redazione
04/12/2013
Attualità
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 Presentano sintomi che talora possono
essere male interpretati e attribuiti ad esempio alla
crescita, all'adolescenza, a periodi di stress scolastico.
   Stanchezza, sonnolenza, ipersonnia, bradicardia o
tachicardia, irritabilita' e disturbi dell'umore sono i segni
delle piu' comuni malattie della tiroide che colpiscono anche
la popolazione infantile, con una marcata preferenza per il
sesso femminile.
   Il picco dell'insorgenza avviene intorno alla seconda
infanzia, verso i 12 anni, complice anche l'interferenza
della maturazione sessuale. Eppure 1 bambino/ragazzo su tre
riceve la diagnosi corretta con 12-24 mesi di ritardo. Un gap
da colmare affinando la capacita' di fare diagnosi
differenziale.
   ''Le due patologie tiroidee piu' frequenti sono la
tiroidite di Hashimoto, disturbo su base autoimmune che
consiste nella formazione di anticorpi contro la tiroide e
forme cliniche che vedono l'insorgenza di ipotiroidismo e in
alcuni casi si puo' manifestare con ipertiroidismo'' spiega
Francesco Chiarelli, Direttore della Clinica Pediatrica
dell'Universita' di Chieti e Presidente della Societa'
Europea di Endocrinologia Pediatrica (ESPE). ''Disturbi da
non sottovalutare e che presentano un certo grado di
comorbidita' con patologie come il diabete di tipo 1 e la
celiachia.
Il momento piu' delicato? ''E' certamente l'adolescenza,
quando alla ghiandola tiroidea si richiede un 30% in piu'
della propria attivita', anche a causa dello sviluppo degli
ormoni sessuali estrogeni e testosterone'' risponde lo
specialista. ''Ecco allora che e' possibile osservare un
rallentamento nella crescita staturale o alterazioni del
ciclo mestruale che possono essere attribuite alla giovane
eta'. In presenza di sintomi anche sfumati e' opportuno un
semplice dosaggio ormonale da effettuare su un campione di
sangue. La terapia dell'ipotiroidismo consiste in una
supplementazione di ormone di facile somministrazione, mentre
per le forme di iperfunzione della tiroide si ricorre a
farmaci anti-tiroidei come il ''metimazolo'. Rimane comunque
sempre opportuna una supplementazione di iodio attraverso il
consumo di sale iodato nella popolazione generale''.
L'ipotiroidismo congenito interessa circa 1 neonato ogni 1000
bambini e puo' avere diverse cause: dalla ''agenesia' della
tiroide in cui in epoca fetale non si verifica il corretto
sviluppo della ghiandola che quindi rimane assente,
all''ectopia' ossia ad una anomala localizzazione della
tiroide. Caso che puo' verificarsi in quanto durante la
gravidanza la tiroide nasce nell'angolo mandibolare e intorno
al 6*-7* mese di gestazione migra nella sua sede definitiva.
Altra causa di problemi congeniti e' rappresentata dai
difetti di produzione degli ormoni tiroidei a causa di
alterazioni enzimatiche. In Italia lo screening su tutta la
popolazione neonatale e' in vigore dai primi anni '70 e dal
1976 esiste un Registro Nazionale presso l'Istituto Superiore
di Sanita' che ha permesso di conoscere l'esatta epidemiologa
del fenomeno: su circa 500mila bambini nati in Italia ogni
anno, circa 300 ricevono diagnosi di patologie congenite alla
nascita e vengono trattati tempestivamente entro due
settimane.

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