"Il Centro Studi Alto Molise come una congrega", scoppia la polemica. La frase sarebbe uscita dalla bocca del primo cittadino di Agnone, Michele Carosella. A stretto giro di posta la secca replica da parte del presidente dell’associazione culturale agnonese, Ida Cimmino. In un post su facebook, infatti la Cimino attacca senza mezzi termini Carosella che tra l’altro riveste il ruolo di assessore alla Cultura del Comune altomolisano. Il tutto accade all’indomani di un evento tenuto al Caffè Letterario. Ecco il post lasciato sul social network dalla Cimino.
Siamo profondamente amareggiati, delusi e un tantino basiti. Come sapete nei giorni scorsi Noemi Pallotto ha presentato la sua prima fatica letteraria al Caffè letterario, in un incontro organizzato dalle Biblioteche Riunite per volontà del Sindaco/assessore alla cultura e del Presidente della Pro Loco. Bene, intanto complimenti a Noemi con infiniti auguri di un futuro sfavillante; l'incontro , secondo il dott. Mastronardi che avuto il tatto di coinvolgere il Centro Studi Alto Molise, chiamato "Il sabato del villaggio", è il primo di una serie di presentazioni che dovrebbero svolgersi al Caffè letterario ogni ultimo sabato del mese, volontà dell'Assessore /Sindaco,e di cui la nostra Associazione, poichè non mai fatto nulla del genere, dovrebbe curare una parte. Quale novità!! Quando l'Assessore Sindaco, fulminato sulla via di Damasco, ha poi letto un interessante articolo in cui si parlava di "rivitalizzazione delle aree interne attraverso un nuovo umanesimo", costituito da iniziative culturali quali la lettura di libri, la poesia, i convegni quale grande novità stava proponendo agli agnonesi?? Venticinque anni di reading, presentazioni di libri, convegni, seminari di scrittura creativa, incontri con i grandi della poesia contemporanea come Dario Bellezza, Amelia Rosselli, Maria Luisa Spaziani non hanno, dunque, significato nulla? Un impegno caparbio e costante per animare ogni anno il Caffè letterario non sono stati visti dall'Assessore /Sindaco? Quello che ha fatto e fa il Centro Studi non è forse cercare di valorizzare il patrimonio culturale del paese in vista di una crescita futura? Non capiamo, davvero non capiamo le accuse di "congrega" che ci vengono rivolte, ancora oggi, dall'Assessore /Sindaco; non capiamo quale sia il progetto dell'Assessore /Sindaco per la cultura agnonese, perchè il Centro Studi è bene venticinque anni avanti a quello che egli ieri ha prospettato, venticinque anni di lavoro già fatto sulle strade che ieri sembravano appena scoperte. Non capiamo e ne siamo atterriti, perchè se l'Assessore/Sindaco è convinto che fare l'assessore alla cultura si riduca a dire belle parole nelle presentazioni mensili al CAffè letterario è fuori strada; noi auspichiamo che l'Assessore/Sindaco, coadiuvato dal dott. Mastronardi, responsabile delle Biblioteche, possa nell'ordine fare quanto segue:
1. riunire intorno a un tavolo gli operatori culturali del territorio ed organizzare un calendario annuale condiviso e con delle priorità;
2. partire alla ricerca di fondi pubblici e privati per finanziare la cultura e non solo il milionesimo museo della cultura contadina o il miliardersimo museo dell'emigrazione di cui sono forniti quasi tutti i paese meridionali (Agnone ha altro, molto altro);
3. prendere contatto con tutti quei docenti universitari, molisani e non, che, giunti ad Agnone invitati dal Centro Studi, hanno più volte manifestato la disponibilità ad organizzare corsi estivi e seminari, almeno per capire i passi da compiere e le strutture da organizzare: mai si comincia mai si finisce. Il ritorno economico per il territorio sarebbe palese, oltre alla bellezza di veder animata la città da corsi universitari.
4. Iniziare ad immaginare, e speriamo che questo sia stato già avviato, un convitto che accolga gli studenti delle scuole superiori fuori sede, perchè si possa definitivamente innescare una controtendenza e da fuori vengano, come una volta, a studiare ad Agnone, attirati dalla qualità formativa e dalla varietà della stessa (sediamoci a tavolino e vediamo cosa cambiare).
Noi siamo volontari, ciascuno di noi ha un lavoro cui si dedica con priorità, come è giusto che sia. Tutto ciò che facciamo e che abbiamo fatto è stato solo per amore della cultura e del paese. Verremmo nuovamente tacciati di presunzione e dell'essere congrega: non importa. Abbiamo chiaramente detto ciò che pensiamo, con determinazione, con onestà e fierezza, attoniti di fronte a tanta cecità, offesi da tanta mancanza di considerazione di fronte a venticinque anni di lavoro, di semine, di contatti, di manifestazioni che così, in una sera affollata di presenze locali, sono spariti nel nulla risucchiati da una banale fulminazione, una scoperta dell'acqua calda che ha umiliato tutti quelli che hanno lavorato nell'associazione, per anni, gratuitamente.