In Abruzzo giunta al testosterone. Il prossimo presidente? Speriamo sia femmina

di Deborah Dirani su www.ilsole24ore.com
01/02/2014
Attualità
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Speriamo che sia femmina. L'augurio non è rivolto a una pimpante primipara, ma agli elettori abruzzesi che, prima o poi alle urne dovranno tornare per scegliere nuovamente l'amministrazione della loro regione. Considerata l'elevatissima percentuale di testosterone rinvenuta di recente nella Giunta guidata da Chiodi, infatti, l'onore del maschio abruzzese è salvo, quello del politico (maschio ovviamente) invece langue assai.

Tra contratti di lavoro che prevedevano l'erogazione di straordinari settimanali da svolgersi in posizione orizzontale e concorsi vinti dopo una sessione d'esame passata a pieni voti tra le lenzuola, la terra che diede i natali al gaudente Gabriele D'Annunzio sembra essere terra feconda di liaisons ma sterile di buona politica. L'ultimo scandalo sessuale, venuto alla luce poche ore fa, ha per protagonista Gianni Chiodi: brizzolato, e probabilmente fascinoso, presidente della Regione, quota Pdl, già coinvolto nelle indagini della Guardia di Finanza sulle 'spese pazze' dell'amministrazione. I finanzieri, noti al mondo per essere puntigliosi (i malpensanti li definiscono in altro modo) nello scavare tra scontrini e ricevute, ne hanno beccata una da 350 euro intestata al brizzolato governatore per una notte in un albergo della capitale. Missione istituzionale, hanno certamente pensato i puntigliosi ma poco d'annunziani finanzieri. Dipende dai punti di vista, perché in realtà il presidente quella notte all'hotel Del Sole non l'ha mica passata da solo. A fargli compagnia (a spese dei contribuenti, che poi il problema è proprio questo) c'era una signora. Quella stessa signora che pochi mesi dopo è stata scelta per un incarico, con tanto di contratto di lavoro quadriennale, all'assessorato alle Pari Opportunità. Non che fosse la sola ad essersi presentata: le cronache narrano di 22 professioniste che ambivano a quel posto. Ma a spuntarla è stata, incidentalmente, lei.

"E' stato l'errore di una notte che ho già chiarito con mia moglie", si affretta a spiegare oggi Chiodi, evidentemente più preoccupato delle reazioni della consorte che di quelle della magistratura. "E' un incarico da 200 euro al mese", aggiunge anche, come a dire che 200 euro sono una miseria. "Non l'ho favorita in nessun modo, è stata la commissione a sceglierla", le coincidenze della vita sono incontrollabili anche per un presidente.
E se Gianni Chiodi si è limitato a una notte tra le lenzuola con una signora che non era la sua, c'è chi lo ha sopravanzato di diverse spanne quanto a sessioni di lavoro straordinario sul materasso.

Si tratta dell'ormai suo ex assessore alla Cultura, Luigi De Fanis, parecchio meno brizzolato e fascinoso del presidente, ligio oltre modo al diritto del lavoro. Ligio al punto da far firmare ad una sua collaboratrice un contratto che prevedeva, oltre a fotocopie e protocolli di documenti, straordinari sessuali a cadenza settimanale. L'originalità dell'assessore è evidente, anche perché lo avremmo proprio voluto vedere a licenziare la signorina firmataria del contratto qualora si fosse sottratta al vincolo. Per quanto messo in crisi dall'ex ministro Fornero l'articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori non prevede tra le giuste cause la mancata prestazione sessuale.

Un discreto livello di testosterone pare averlo pure che Nazario Pagano, presidente del Consiglio Regionale abruzzese, che secondo le ricevute al vaglio dei puntigliosi finanziere avrebbe ospitato più volte nelle sue camere d'albergo (pagate sempre con il denaro dei contribuenti) quattro donne di età compresa tra i 35 e i 45 anni.
Va da sé che alle signorine carenti in esegesi del motto femminista circa l'autogestione delle proprie grazie si consiglia di ristudiare le lotte delle donne degli anni '70, e capire che se in amore e in guerra tutto è lecito, non lo è quando si tratta di un posto di lavoro, o almeno di un lavoro impiegatizio.
Vista l'evidente assenza di morale in tutta questa storia resta solo l'augurio iniziale: speriamo che la prossima Giunta abruzzese sia femmina, non per forza femminile, di sicuro femminista.

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