«Il pressing delle istituzioni è l’unica strada per arrivare a soluzioni concrete ed evitare realmente qualsiasi forma di strumentalizzazione politica. Sono necessarie azioni intelligenti e mirate capaci di risolvere il problema alla radice. Chiediamo un segnale forte e deciso, che non può andare oltre la data del 9 maggio, ultima seduta del consiglio regionale dell’attuale legislatura».
Torna all’attacco Coldiretti contro un problema annoso, ormai diventato insostenibile: l’invasione della fauna selvatica che, con particolare riferimento ai cinghiali, si è letteralmente impadronita di campagne e boschi, mettendo a serio repentaglio il diritto di fare impresa degli agricoltori che vivono nelle zone interne e non solo. Gli ungulati proliferano e si muovono senza controllo, indisturbati, alla perenne ricerca di cibo, devastando i terreni coltivati con danni tanto elevati che, molto spesso, costringono le imprese ad abbandonare la lavorazione dei campi con tutto ciò che ne consegue dal punto di vista della manutenzione del territorio e del paesaggio. Un problema che riguarda soprattutto le zone interne aquilane, ma non risparmia le province di Pescara, Teramo e Chieti. Suscitando l’ira e la rabbia di migliaia di imprenditori agricoli ‘cacciati’ dai propri campi.
Così, domani mattina venerdì 9 maggio alle ore 10.00, in occasione dell’ultimo Consiglio regionale, in cui verrà discusso il regolamento per la gestione faunistico-venatoria degli ungulati in Abruzzo, il Palazzo dell’Emiciclo di L’Aquila sarà presidiato dagli imprenditori agricoli di Coldiretti e le immancabili bandiere gialle. Un modo semplice ma sicuramente efficace per ricordare che tante aziende sono impossibilitate a svolgere il proprio lavoro. Non grandi clamori, ma un composto segnale – al termine di un lungo pressing - che non potrà sfuggire all’attenzione di chi, nell’assise consigliare, è chiamato a costruire il futuro.
Nei giorni scorsi, Coldiretti ha sensibilizzato sulla problematica sulla fauna selvatica tutti i gruppi consigliari, di minoranza e maggioranza, oltre naturalmente all’assessore all’agricoltura e ai presidenti di Consiglio e Giunta chiedendo di valutare il grandissimo disagio e il danno economico arrecato alle imprese, soprattutto nelle aree interne. Chiedendo il necessario controllo della presenza di cinghiali (durante tutto l’anno e non solo nei periodi di caccia) attraverso l’abbattimento selettivo.
«Non è sufficiente indennizzare i nostri imprenditori con somme del 30-40% rispetto ai danni subiti e con ritardo di anni - evidenzia la Coldiretti Abruzzo - Oggi più che mai è necessaria un’ azione di controllo di controllo della fauna selvatica, una coordinata azione di prevenzione dei danni che, nel momento in cui si verificano vanno risarciti, con puntualità ed in modo uniforme su tutti i territori».
Per Coldiretti Abruzzo i rischi connessi alla presenza dei cinghiali sono anche di carattere sociale e sanitario: l’anomala concentrazione della popolazione di selvatici sfugge infatti ad ogni tipo di controllo e causa spesso incidenti agli automobilisti, danni alle abitazioni, situazioni di pericolo per i residenti delle zone in cui i cinghiali scorrazzano indisturbati creando molto spesso scompiglio, allarme e paura.
«Nonostante si sostenga che il numero degli animali abbattuti sia tendenzialmente aumentato negli ultimi 8/10 anni, i danni e le presenze degli stessi animali sono aumentati vertiginosamente. Quindi c’è la necessità di misure ed interventi straordinari perché le attuali norme non riescono più a garantire un sufficiente equilibrio tra agricoltura e animali selvatici».
Nel dettaglio per Coldiretti è necessario:
- riportare il numero degli ungulati entro i limiti di sostenibilità ambientale e di compatibilità con l’attività agricola.
- assicurare il diritto al risarcimento del danno in base alle stime che tengano conto sia del valore del prodotto perduto, che dei danni pluriennali o permanenti alle strutture produttive e agli impianti, definendo procedure più snelle e tempi certi di pagamento e svincolando definitivamente il risarcimento dei danni dalle azioni di prevenzione che non sempre possono essere effettuate e/o sono prevedibili.
- Prevedere una modalità di risarcimento dei danni che “prioritariamente” vada a preferire gli imprenditori agricoli professionali, quelli cioè che vivono prevalentemente con il reddito agricolo.
Per Coldiretti Abruzzo, la gestione della fauna selvatica dovrà inoltre essere tra le priorità dell’agenza politica del nuovo governo abruzzese.
«Contiamo nell’impegno concreto di chi si candida a gestire la regione e ad indirizzare il settore agricolo>> evidenzia Coldiretti <<Su questo argomento non siamo disposti a retrocedere, anzi, mai come ora è necessario andare avanti. Aspettiamo un importante segnale da parte del consiglio regionale e, per i futuri amministratori, la modifica della legge regionale che limita il riconoscimento degli indennizzi alle disponibilità di bilancio».