13:00 - Rientra finalmente l'emergenza elettrica con il ripristino delle linee da parte degli operai dell'Enel. L'ultimo aggiornamento risale alle 13:00 di oggi. Fortunatamente parte dell'emergenza pare esser risolta anche se adesso verrà il lavoro più faticoso: liberare le strade dall'ingente massa di neve caduta.
Scende a 20.000 il numero delle utenze coinvolte nel black out cominciato ormai da più di ventiquattro ore nella provincia di Chieti. Questo è il dato che ha reso noto l'Enel alle 7:30 di questa mattina. L'ente sta impegnando uomini e mezzi sul territorio per poter sopperire all'emergenza.
Tra i comuni dell'alto vastese ancora al 'buio' troviamo ancora Torrebruna, Guardiabruna e Schiavi d'Abruzzo le cui linee continuano a ripartire faticosamente e a fasi alterne. Inutile cercare il motivo della crisi visto che lo si ha davanti agli occhi e impedisce a chiunque di muoversi con sicurezza.
Spostando l'occhio sul restante Alto Molise si nota come in tutti i comuni della zona ci sia uno strato di neve che costringe gli abitanti nelle case. Già ieri ci eravamo occupati della situazione di Pescopennataro (leggi) e dell'ambulanza bloccata, con un paziente a bordo nel bel mezzo della bufera ad Agnone (leggi). Oggi tuttavia si può cominciare la conta dei danni visto che la neve ha concesso una tregua.
Ma è buona norma procedere con ordine: Pescopennataro, al pari di Capracotta, ha contato, in alcune zone, anche i due metri di neve. I cittadini sono stati costretti a scavare per poter mettere il naso fuori casa; il dato non è poi così rilevante se lo si applica ad una popolazione giovane ma, drammaticamente, lo diventa nel momento in cui si va a fare i conti con la popolazione realmente residente sul territorio. Nelle nostre zone non è un mistero, ne tantomento una novità, che buona parte della cittadinanza sia costituita da persone anziane che, spesso, hanno come unica fonte di riscaldamento il proprio camino. Nel momento in cui questi fossero costretti a dover uscire per prendere la legna dalle eventuali rimesse correrebbero grossi rischi, ammesso che riuscirebbero a raggiungerla.
Ovviamente un tale ragionamento sembra campato in aria esposto in questo modo, al contario, se si considera che in una zona con tali difficoltà si rischia anche di perdere l'unico presidio ospedaliero presente perché non serve una zona disagiata il paradosso è pronto e servito. Travisando dunque anche la situazione stradale che, già prima dell'eccezionale nevicata di questi giorni, era disastrosa, si nota come sia difficile, da semplici cittadini, accettare il fatto di non vivere in una zona disagiata. Ovviamente i calcoli fatti nei giorni scorsi in base al decreto Balduzzi (leggi) non possono reggere il paragone con la realtà complessa dei fatti.
Tornando quindi al discorso della popolazione residente questo non è che un dato da far drizzare i capelli sul capo a chiunque visto che, in caso di definitiva chiusura del Caracciolo, il presidio ospedaliero più vicino sarebbe Isernia, raggiungibile teoricamente in meno di un'ora ma in condizioni normali. Inoltre se anche se prevedesse un piccolo eliporto per i soccorsi in queste condizioni meteo il velivolo non potrebbe spiccare il volo quindi si tornerebbe punto e a capo. Insomma bisognerebbe vivere determinate situazioni per comprendere quanto siano importanti le scelte che vengono dall'alto.
Nel video in basso si nota come la situazione fosse già difficile nel pomeriggio del 5 marzo, quindi a nevicata appena cominciata. Inutle aggiungere quanto le condizioni siano peggiorate nel corso della giornata.