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Lina Mercede Giaccio poetessa altomolisana, in arrivo il componimento "La Chiesa" nella raccolta "Il Federiciano 2018"

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Lina Mercede Giaccio, agnonese di nascita e poggese di adozione, coltiva fin dall’adolescenza la passione per la poesia, scrivendo versi che hanno avuto riconoscimenti in tutta Italia, in molteplici occasioni, alcune delle quali molto prestigiose.

E’ di questi giorni la pubblicazione di una sua poesia intitolata “La chiesa” all’interno del libro di autori vari  “Il Federiciano 2018” - Aletti editore, sorta di antologia che raccoglie i testi più rappresentativi scelti tra quelli partecipanti alla II^ edizione del Premio Letterario Internazionale “Maria Cumani Quasimodo”, dedicato alla memoria della consorte del premio Nobel per la letteratura Salvatore Quasimodo, con sede in Villanova di Guidonia (Roma), la cui premiazione si è svolta a Rocca Imperiale (CS).La prefazione del libro "Il Federiciano 2018" è a cura della raffinata cantautrice Mariella Nava 

“La chiesa” e le altre composizioni sono state selezionate da una giuria autorevolissima di cui facevano parte: il presidente Alessandro Quasimodo, poeta, regista, attore e figlio di Salvatore e di Maria Cumani; il compositore, paroliere e autore di testi indimenticabili  Mogol; l’attore, regista teatrale, cinematografico e televisivo Michele Placido; il cantautore (ex leader dei Timoria) Omar Pedrini; l’editore, poeta e critico letterario Giuseppe Aletti.   

Lina M. Giaccio vive a Poggio Sannita dal 1982, sposata con due figli; nel paesino alto molisano è un punto di riferimento importante, non solo nel panorama culturale ma anche e forse soprattutto, in chiave sociale con la sua vicinanza alle persone anziane o sole. Donna dal carattere molto riservato e quasi schiva, mai troppo incline a mettersi in mostra o dare il risalto che meriterebbe la sua notevole produzione artistica, costituita per lo più da una poesia semplice, ma non superficiale né povera, in verità apprezzabilissima per la profondità dei temi ed il penetrante significato. Versi che si lasciano leggere per la linearità e l’armonia di una scrittura che privilegia esclusivamente la lingua italiana. Versi che catturano per la raffinata sensibilità, rappresentazioni nitide della vita che scorre oppure appartenenti alla fantasia, all’immaginario o al soprannaturale come nel caso della citata “La chiesa”, ma che inducono sempre a intime riflessioni, accompagnati da speciali emozioni .

 

 

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