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Dr vuole acquistare lo stabilimento di Termini Imerese

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ISERNIA - Salgono a otto le manifestazioni di interesse per la riconversione dell'area industriale che ospita l'impianto Fiat di Termini Imerese, destinato alla chiusura il 31 dicembre prossimo: oltre alle sette, già inserite nella short list stilata da Invitalia, l'advisor del ministero dello Sviluppo economico, a sorpresa è arrivata quella di DR Motor Company, ora oggetto di valutazione. Il ministro Paolo Romani incontrerà, nei prossimi giorni, i rappresentati dell'azienda. In ogni caso, la prossima settimana i contenuti dell'accordo di programma per la reindustrializzazione del polo siciliano saranno illustrati alle parti sociali, per arrivare alla firma conclusiva il 16 febbraio, come ha fatto sapere il ministero di Via Veneto al termine della riunione di oggi pomeriggio per la revisione finale dell'accordo di programma stesso. Riunione a cui hanno partecipato il ministro Romani, la Regione Sicilia, la Provincia, il Comune, il Consorzio per lo sviluppo industriale di Termini e l'advisor Invitalia. Nel frattempo si dovrà, quindi, valutare la compatibilità o meno della nuova proposta con le sette già analizzate e ritenute tra loro «compatibili», come ha più volte spiegato lo stesso Romani. La DR, casa automobilistica nata a Macchia d'Isernia nel 2006, si è infatti detta interessata a rilevare «l'intero sito produttivo di Termini Imerese». Una «eventuale condivisione sarebbe motivo di ritiro dalle trattative», hanno fatto sapere dall'azienda molisana. A oggi, i sette progetti industriali (due per l'auto e cinque che vanno dall'energia alla Gdo, dalle protesi mediche alle fiction) sono stati considerati tra loro 'conciliabilì e tali da poter dar vita ad un polo industriale multiproduttivo, mantenendo comunque in prima linea il settore dell'auto. Su questa base, la riconversione di Termini prevede un investimento di oltre 1 miliardo di euro (350 milioni dalla regione Sicilia e altri 100 milioni circa di fondi statali) e un aumento dell'occupazione dalle attuali 1.617 (a cui vanno aggiunte circa 600 unità tra indotto diretto e indiretto, che porta il numero a circa 2.200) a 3.340 unità, di cui 2.360 nei soli due progetti relativi all'automotive, quelli di Cape Reva di Simone Cimino (auto elettriche) e De Tomaso di Gian Mario Rossignolo (vetture di lusso). Il resto degli occupati, invece, sarebbe impiegato nei progetti relativi alla aziende che operano negli altri settori. «Restiamo in attesa di conoscere nei dettagli il piano sulla riconversione, la priorità rimane quella di salvaguardare tutti i livelli occupazionali», ha affermato il segretario nazionale dell'Ugl Metalmeccanici, Antonio D'Anolfo.
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