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Referendum. A pensare male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca

Non so se sia vero, ma sembra che tutti i consiglieri regionali del Molise voteranno No al Referendum

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Lo diceva Giulio Andreotti, profondo conoscitore della Politica e dell’animo umano. E torna di attualità ora che ci si accinge a votare per una riforma costituzionale che potrebbe aiutare l’Italia a svoltare, una volta per tutte, salvo il suo affossamento per motivi poco commendevoli.

Si poteva non pensar male dei professori, dei costituzionalisti e di alcuni politici in buona fede che denunciavano il pericolo per la democrazia derivante dal famoso “combinato disposto” tra riforma e legge elettorale, vale a dire: la riforma può andar bene, ma, combinata con la legge elettorale Italicum, può creare problemi.

Non si può che pensar male di coloro che insistono su questa questione, dopo che da tutte le parti si va ripetendo che la legge elettorale sarà modificata e un signor politico come Cuperlo ne è testimone cosciente e responsabile.

La riforma non aumenta i poteri del Presidente del Consiglio e la legge elettorale sarà modificata. Ogni altro pretesto fa pensar male. Punto.

Come si fa, poi, a non pensar male di Senatori, Consiglieri Regionali e Consiglieri Provinciali, quasi tutti arroccati sul No e quasi tutti sguinzagliati in città, contrade, sentieri di montagna per convincere il loro elettorato della bontà della loro posizione?

Senatori. Oggi 315 senatori percepiscono un lauto stipendio e godono di una lista interminabile di privilegi. Senza considerare le eventuali indennità di funzione, i componenti del Senato guadagnano ogni mese 14.634,89 euro cui vanno aggiunte le “indennità di fine mandato” che, rapportate al periodo di nomina a senatore, può raggiungere anche 5.000 euro mensili, per un totale di quasi 20.000 euro mensili.
Con la riforma, i senatori, ridotti da 315 a 100, percepiranno soltanto eventuali rimborsi spese che attualmente valgono circa 4.500 euro mensili.

Regioni. I Consiglieri regionali sono circa 1.000. Lo stipendio e il numero dei consiglieri regionali varia da regione a regione: ma da nessuna parte, comprendendo rimborsi e gettoni, questo è inferiore a un minimo di 10.000 euro mensili; spesso guadagnano molto di più. In Piemonte, per esempio, la somma tra stipendio e rimborsi, può superare i 18.000euro. Non dimentichiamoci dell' "indennità di fine mandato": se ne parla poco, ma corrisponde a una cifra considerevole: prendendo in esame il Piemonte, può arrivare a 257.000 euro: praticamente, se lo dividiamo per le 60 mensilità che compongono il mandato, si parla di 4.283 euro al mese. Ovviamente, anche per loro, spesso, è previsto un bel vitalizio, diritto che viene acquisito mettendo alle spalle anche solamente mezza legislatura. Una parte di loro sono assessori e riscuotono molto di più.
Con la riforma essi non potranno percepire emolumenti superiori a quelle del sindaco capoluogo. Sono previsti tagli dal 50 al 70% dei valori attuali.

Province: i consiglieri sono 3.246 i quali percepiscono un gettone di presenza per ogni seduta del consiglio e commissione alla quale partecipano, più volte alla settimana: € 159,00 per ogni seduta istituzionale per un massimo di 1 al giorno e 19 "sedute" al mese.
Con la riforma oggetto del referendum, spariscono le province e, di conseguenza, consiglieri, presidenti e assessori.

Faccio male a …… pensar male?

Enzo C. Delli Quadri

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