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Succede nella città d’arte dell’Alto Molise: Agnone

Succede che si inviti la popolazione a votare NO al referendum costituzionale contro gli interessi del suo Ospedale e dell'Altosannio

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Succede nella città d’arte dell’Alto Molise: Agnone

Succede che l’Amministrazione Comunale di centro-destra,subentrata da alcuni mesi a quella di centro-sinistra sull’onda che i problemi della città vadano risolti non con piccoli interventi di appalto pubblico quanto in un’ ottica di politica territoriale che veda coinvolto Alto Molise e Territori Limitrofi, risulti impantanata in piccoli lavori di rifacimento dei marciapiedi con annesse polemiche con la vecchia amministrazione.
La finora mancata valorizzazione dei rapporti con il territorio indebolisce l’esigenza di salvaguardare l’Ospedale Caracciolo di Agnone, lo isola, lo marginalizza, facendolo apparire come questione eminentemente agnonese e  di scarso interesse per l’Altosannio.

Succede che la forza di maggioranza dell’amministrazione comunale,Forza Italia, sia in campo, con veri strombazzamenti, perché, al referendum sulla riforma costituzionale del 4 dicembre 2016, la popolazione voti NO, dimenticando o ignorando che:

  • la riforma cancella definitivamente la Provincia di Isernia,colpevole di aver fagocitato tutto l’Alto Molise, risucchiando e disperdendo risorse umane e patrimoniali ingenti, con il conseguente importante contributo alla desertificazione morale e materiale del territorio. Si ignora (?) che il no alla riforma mantiene in vita la Provincia, la mantiene costituzionalmente viva, con il concreto e serio rischio che essa risorga dalle ceneri in tutto il suo ”splendore sprecone e clientelare” e il conseguente definitivo affossamento delle speranze di rinascita dell’Alto Molise.
  • la riforma ridefinisce il rapporto tra Stato e regioni, in particolare interviene sul settore della Sanità togliendo alle Regioni alcune prerogative che oggi determinano l’uso discrezionale di medicinali, l’uso selvaggio dell’allocazione delle risorse, l’uso clientelare di sopravvivenza di ospedali e centri di assistenza. Si ignora (?) che il no alla riforma costringe l’Ospedale Caracciolo di Agnone sotto lo stretto incondizionato dominio della Regione Molise, con il concreto rischio che la casta regionale riesca nel suo dichiarato intento di chiuderlo definitivamente.

Succede che molti cultori dell’Altosannio (fautori di una riaggregazione del territorio dell’Alto Molise, Sangro, Vastese, alias Almosava) abbiano dimenticato tutto il processo di revisione dell’ordinamento dello Stato che generò quella iniziativa: il presupposto era e dovrebbe rimanere quello di perseguire nel tempo il passaggio da 6 livelli istituzionali decisionali (Stato, Regioni, Province, Comunità Montane, Comuni, Municipi), alcuni dei quali già superati o in via di superamento, a soli 3 livelli (Stato, Regioni, Unione di Comuni o grandi Comuni) con l’aggregazione di regioni in Macroregioni e Aggregazioni di Territorio (come l’Altosannio) più congrue rispetto a storia, tradizioni, lingua dialettale, connessioni economiche, ambiente. [1] Con il successo del No al referendum tutto quel processo di revisione salta: ci vorranno decenni per riparlarne.

Succede insomma che la partitocrazia o i conflitti personali locali continuino ad avvelenare le coscienze, facendo regredire idee di semplificazione, aggregazione, solidarietà e sviluppo.

Siamo al gioco dell’oca

                                                               Enzo C. Delli Quadri 

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[1] Alcuni dei cultori dell’Altosannio potrebbero obbiettare: non possiamo svendere l’Italia ai tedeschi per perseguire l’obiettivo dell’Altosannio. A questo ho già dato una risposta con l’articolo…… con il quale critico le velleità dei sovranisti nostrani (prima l’Italia) in un’epoca di novello protezionismo delle Grandi Nazioni come Russia, Cina, USA. L’Italia, da sola, senza il più grande mercato di riferimento, qual è quello europeo, non va da nessuna parte.

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