CASTIGLIONE MESSER MARINO - «Non si può chiedere ai castiglionesi di andare a votare imperativamente appellandosi alla costituzione, al principio del dovere civico, non si può dire che se si vuole esprimere un malessere o un malumore basta andare a votare, anche una scheda bianca. E’ un offesa grave all’intelligenza dei castiglionesi».
Inizia così la riflessione, che vuole essere anche una provocazione, di Patrizio Camperchioli, elettore di Castiglione che cinque anni fa è stato candidato con la lista capeggiata da Franco Colaneri. Il giovane ha utilizzato Facebook per lanciare nel dibattito politico cittadino alcuni spunti di riflessione. Scrive: «Questa è un’elezione atipica. Colui che andrà a votare, a prescindere da quello che scriverà , voterà a favore della lista Emilio Di Lizia. Chi andrà a votare parteciperà al quorum, l’unico avversario della lista Uniti per Castiglione. Se vado a votare do il voto a Di Lizia, se non ci vado sono per il commissario. Antonio Baldassarre, presidente emerito della Corte costituzionale, ritiene pienamente legittima sia la propaganda per la diserzione delle urne sia l’assenteismo elettorale. Capisco che siamo in clima elettorale e che ognuno tiri l’acqua al suo mulino, che l’unica lista in corsa voglia accaparrarsi più voti possibili, ma non si può farlo raccontando balle ai cittadini. Questa non è onestà intellettuale». E qui il riferimento sembra essere al recente comizio tenuto dal candidato sindaco Di Lizia. «Il commissario, qualora venisse nominato, - continua Camperchioli - da dipendente pubblico, svolgerebbe la regolare amministrazione. Non diminuirà le pensioni, non aumenterà le tasse in maniera sproporzionata ed esponenziale, cercherà solo di fare quadrare il bilancio, tagliando ad esempio le spese. Potrebbe ad esempio chiudere il palazzetto, dispendioso di risorse. Non prenderà ottomila euro mensili, ma lo stesso stipendio del sindaco attuale, e costerà addirittura meno alla comunità visto che non ci saranno da erogare gettoni di presenza a consiglieri ed assessori. E soprattutto, non essendo di Castiglione, farà il suo dovere senza guardare in faccia nessuno, senza debiti di voto o di piaceri, senza appartenenze familiari, senza simpatie o antipatie personali. Non è una vergogna essere sotto commissariamento, anzi credo che sia, in questo momento difficile, un’occasione unica. E’ chiaro che sia quantomeno dubbiosa o diabolica l’irregolarità della lista Mastrangelo, ma la situazione è questa e dobbiamo farcene una ragione. Sento spesso dire che Castiglione avrebbe bisogno di facce e idee nuove, di giovani, di cambiamento. Mastrangelo e Di Lizia hanno avuto il loro tempo, due mandati a testa sono tanti e andranno cosi ad oltranza. Bene, se è questo che il popolo vuole, viva la democrazia. Pare ovvio però che le cose non cambieranno presto. Qualcuno starà pensando, perché Impegno e Trasparenza (la lista di cinque anni fa collegata a Franco Colaneri, ndr) non ha fatto una lista? Per coerenza ed integrità di pensiero. Cinque anni fa abbiamo pensato di realizzare un progetto nuovo, sarà anche sbagliato politicamente parlando, ma per rimanere congrui al nostro pensiero, non abbiamo ritenuto possibile un accordo con una o l’altra forza politica di Castiglione. Quindi non andare a votare è legittimo, ed è soprattutto lecito. Esiste per caso una sanzione per chi non vota? E la libertà di manifestazione del pensiero? La costituzione parla tra l’altro di voto libero in assenza di coazione, come libertà oggettiva dell’esercizio del diritto di voto a vantaggio dell’elettore». Infine Patrizio Camperchioli replica a quanto dichiarato dal candidato Enzo Fangio (Idv), il quale ha definito «assurda» la legge che permette ai castiglionesi residenti all’estero di votare per le amministrative. «Grazie per la considerazione, - ribatte Camperchioli - a nome di tutti coloro che sono lontani dal loro amato paese. Capisco che ora non gli facciano comodo quei 900 voti, ma sarebbe bastato dire il contrario: “Amici castiglionesi emigrati tornate a votare». E in chiusura l’ex candidato provocatoriamente aggiunge: «Con la speranza di partorire assieme un soggetto politico nuovo, libero da tutto e da tutti, non posso che lasciarvi con questa frase: viva il commissario».