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'Si sta svendendo il bene comune.' Ieri conferenza stampa del gruppo politico di minoranza 'Agnone Identità e futuro'

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Ieri presso il Caffè Letterario di Agnone, in piazza Plebiscito, il gruppo politico “Agnone Identità e Futuro”, ha tenuto una conferenza stampa. L'annuncio della conferenza  conteneva in se le questioni tra l’altro già dibattute in consiglio comunale e approvate con il voto della maggioranza e parte dell'opposizione, il gruppo di Nuovo Sogno Agnonese: Fondazione per l'Atene del Sannio, associazione la 'Ndocciata, consulenze, valutazione patrimonio immobiliare

Il gruppo politico che fa capo al consigliere Vincenzo Scarano, è tornato su questi argomenti, ai quali lo stesso Scarano si era già opposto con veemenza in sede di consiglio comunale, con  l'intento di meglio divulgare e informare e porre le questioni con forza all'attenzione degli agnonesi. 

 Nell'ambito della conferenza però , come naturale che fosse, si e' spaziato su altri molteplici argomenti che investono l'operato politico dell'attuale maggioranza, con accuse di complicità in alcune scelte, non propriamente velate, anche al gruppo politico di opposizione Nuovo Sogno Agnonese, che come suol dirsi "avrebbe tenuto bordone" votando a favore( Fondazione), in particolare sulle tematiche oggetto principale della conferenza stampa.

 Il principio guida dell'analisi politica del gruppo e' stato:  Agnone, il paese, e' di tutti, non di chi momentaneamente lo governa, e i beni pubblici, prima di essere affidati in esclusiva al privato o a un gruppo di privati, i cittadini quasi singolarmente vanno informati e su queste questioni il gruppo Identità e Futuro prediligerebbe il giudizio dell'operato attraverso l' espressione popolare.. Questo e' stato il ragionamento che ha investito la Fondazione Atene del Sannio,affidata ad un gruppo di privati, che dovrebbero gestire l’intero patrimonio artistico culturale agnonese,  e tale la gestione di un bene di tutti come la 'Ndocciata, affidata in maniera esclusiva ad una associazione, senza informazione alcuna, al gruppo politico in questione.

Scarano affermava” "l’associazione che gestirà la Ndocciata potrebbe per eccesso  imporre un costo con il pagamento di un biglietto per assistere allo spettacolo ",portando invece come esempio di gestione virtuosa, il Carnevale di Viareggio, gestito in primis dal comune e dalla regione Toscana.

 In qualche modo il core della loro analisi politica  sfiorava anche la valutazione, e il metodo utilizzato per la valutazione del patrimonio immobiliare comunale, valutato solo secondo l'indice catastale, criterio di "svendita e non di mercato” che secondo loro, la valutazione catastale andava accompagnata, e la legge non lo impedisce, da una valutazione commerciarle in previsione di vendite comunali  a futuribili o ipotetici acquirenti. 

Scelte politiche, strategiche generali assenti, secondo il gruppo politico di Scarano, dell'attuale maggioranza, messe in discussione con una critica politica a tratti feroce, come quando riportando il commento dell’Assessore Scampamorte sull’affidamento ai gruppi della manifestazione  perchè "è dei gruppi" in sede  di consiglio comunale e leggibile dal verbale della seduta,qualcuno asseriva che in un altro paese  all’assessore Scampamorte, per quelle sue dichiarazioni, sarebbero state  già chieste le dimissioni.Scelte che a loro avviso mettono a rischio il futuro economico di Agnone, e la dipendenza da gruppi di  privati potrebbe condizionare il futuro della vita dei cittadini agnonesi

 Il gruppo   politico facente capo a Scarano non escludeva forme di partenariato pubblico-privato, di azionariato popolare,ma non la cessione totale in mano ai privati della gestione della Res pubblica.

 Dalla platea qualcuno ha ricordato all’avvocato Scarano che l’Associazione Sviluppo e tradizione, di cui lui ne era il vice-presidente fino a non molto tempo fa, ha vinto la gara per la gestione della Biblioteca Comunale, e qui la giustificazione del consigliere Scarano,quella di essersi dimesso da ogni carica direttiva, in tempi non sospetti, ha fatto un pò tornare alla memoria un politico padrone di televisioni che giustificava il suo conflitto d’interessi asserendo di non esserne piu il proprietario.

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