CELENZA SUL TRIGNO - I numeri gli hanno dato ragione e, a leggere i documenti, anche l’ufficio scolastico regionale. Il sindaco di Celenza sul Trigno, Andrea Venosini, l’ha spuntata: la scuola statale per l’infanzia è stata autorizzata. Arriva alle fasi finali una querelle che nei mesi scorsi ha animato un acceso scontro dialettico in paese. L’attivazione della scuola statale per l’infanzia si tradurrà infatti nella scomparsa di quella paritaria gestita dalle suore. Le religiose sono ospitate, dagli anni ‘60 fino ad oggi, in locali di proprietà del Comune e proprio lì gestiscono l’asilo. Questa storica istituzione, vanto per la parrocchia di Celenza, sta per scomparire. Il sindaco Venosini infatti ha già notificato alle suore la richiesta formale di restituzione dei locali che poi saranno adibiti a nuova scuola statale. Il primo luglio prossimo scadono i termini e le religiose dovranno riconsegnare l’immobile. In difesa delle suore, nei mesi scorsi, sono scesi in campo alcuni esponenti dell’opposizione in Consiglio comunale e lo stesso ex sindaco di Celenza, Rodrigo Cieri. Quell’azione trovò compimento nell’organizzazione di un convegno, ospitato nella chiesa parrocchiale, che per poco non degenerò in rissa perché al sindaco non venne concessa la parola. Da allora il primo cittadino, nonostante le annunciate azioni di protesta e i ricorsi al Tar, è andato avanti per la sua strada, sicuro di essere dalla parte dei cittadini. L’ok all’attivazione della scuola statale sembra dargli ragione. «Non solo i numeri, ma i cittadini di Celenza mi hanno dato ragione. - commenta il sindaco Venosini - Le iscrizioni alla nuova scuola statale per l’infanzia sono, ad oggi, diciotto, ma sono destinate ad aumentare perché la paritaria delle suore sarà soppressa. I miei concittadini hanno avuto fiducia in me e nelle decisioni della maggioranza. Saremo in grado, con questa operazione, di assicurare il servizio scolastico con dei costi inferiori. Le famiglie risparmieranno denaro, perché a fronte degli ottanta euro che pagano attualmente alla paritaria, con la statale andranno a spendere al massimo una cifra tra i quaranta e i cinquanta euro. Tra l’altro solo se decideranno di usufruire del servizio mensa».
In merito alla sorte delle suore, praticamente sfrattate dai locali che utilizzano dagli anni ‘60, il primo cittadino è chiaro: «Ho chiesto alle religiose la restituzione delle strutture comunali entro il primo luglio perché le aule dovranno essere ripulite e attrezzate in vista del nuovo anno scolastico. Per quanto riguarda la sorte delle suore, ho già detto alla madre superiora che non devono necessariamente lasciare gli alloggi e il paese. Possono restare dove sono per quel che mi riguarda, senza problemi. Ad oggi, tuttavia, non ho avuto alcuna comunicazione in merito, né dalle suore, né dalla parrocchia, né dalla curia. Attendo gli sviluppi, certo è che dal primo luglio quei locali dovranno tornare nella disponibilità dell’amministrazione comunale». Il termine ultimo è vicino e Celenza potrebbe diventare teatro di una sorta di guerra di religione.