ISERNIA - Il vento della legalità spazza via gli appetiti dei “signori del vento”: 12 indagati tra i responsabili di alcune società con interessi nell’eolico, 5 sequestri preventivi di impianti, 3 amministratori segnalati alla procura della Corte dei conti per ipotesi di danno erariale, una mezza dozzina di rinvii a giudizio già pronti sul tavolo del giudice per le indagini preliminari del tribunale di Isernia, Luigi Cuomo. Questi i numeri della maxioperazione “Via col vento”, portata a termine dal Comando provinciale del Corpo Forestale dello Stato, illustrati ieri nel corso di una conferenza stampa svoltasi presso la procura della Repubblica isernina. A fornire i dettagli, il procuratore capo Paolo Albano e il comandante della Forestale pentra Giovanni Potena. L’indagine, svoltasi a tappeto su tutto il territorio provinciale, comincia l’estate scorsa, per entrare nel vivo nel novembre 2010. A coordinarla, il procuratore Albano in persona, da sempre sensibile e attento ai temi ambientali. Gli agenti forestali, in dieci mesi, individuano ben 46 antenne anemometriche, strumentazioni alte tra i 30 e i 50 metri funzionali alla misurazione del vento sul lungo periodo e propedeutiche all’eventuale insediamento di parchi eolici. Passano al setaccio le società interessate e le superfici dove insistono tali torri anemometriche, le installazioni delle quali sono soggette alle procedure previste dalle norme in tema ambientale, in particolare al Codice del paesaggio (decreto legislativo n. 42 del 2004). Per scoprire alla fine che solo 17 antenne (pari al 37 per cento del totale di quelle presenti in provincia) risultano in regola. Per le restanti 29, invece, si registra l’assoluta mancanza di avvio delle procedure previste dalla legge o la mancanza di parte delle autorizzazioni necessarie, che vanno richieste agli enti locali e alla Soprintendenza per i beni paesaggistici. Gli abusi insistono un po’ ovunque: una ventina i Comuni interessati, tra i quali Vastogirardi, Miranda, Pescolanciano, Chiauci, Roccasicura, Castel del Giudice, Pietrabbondante, Fornelli, Rionero Sannitico, Acquaviva d’Isernia, Bagnoli del Trigno, Sant’Angelo del Pesco, Santa Maria del Molise. Irregolarità che costringono la Forestale a denunciare tutto alla procura. Albano non se lo fa ripetere: prima chiede e ottiene dal gip il sequestro preventivo di cinque impianti comprendenti varie antenne anemometriche, poi iscrive nel registro degli indagati dodici persone, ritenute responsabili degli abusi. Si tratta per la maggior parte dei rappresentati legali di società operanti nel campo delle energie alternative. Molte delle quali locali, ma anche extraregionali (aventi sede soprattutto in Campania, Abruzzo, Puglia, Lazio e Toscana). Spesso le torri anemometriche insistevano su suolo di proprietà comunale: motivo per cui sono stati segnalati anche tre amministratori locali alla procura della Corte dei conti con l’ipotesi di danno erariale. Un dato positivo da sottolineare: dopo gli interventi degli uomini al comando di Potena, in otto casi i gestori di altrettante antenne hanno provveduto di propria iniziativa alla rimozione delle stesse, con conseguenze molto positive per l’ambiente e l’eliminazione dell’abusivismo. Soddisfatto dell’operazione il dottor Albano, che ha elogiato l’ottimo lavoro svolto dalla Forestale per quella che ha definito "la più importante indagine aperta dalla procura di Isernia sulla complessa ed estesa rete degli anemometri installati in provincia". Lodi che hanno trovato subito riscontro nelle parole di Potena: "Grazie al procuratore capo è proprio il caso di dire che è cambiata l’aria". Le indagini proseguono con ulteriori accertamenti anche sui campi eolici già esistenti. Frequenti, infatti, i casi in cui la rete delle infrastrutture connesse non ha goduto di un preciso progetto, stravolgendo vaste zone montuose nelle loro componenti idrogeologiche e paesaggistiche.