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Tagli all'ospedale di Guardiagrele, i consiglieri comunali si appellano a Napolitano

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GUARDIAGRELE. Una lettera accorata al capo di Stato: «Noi ci appelliamo a lei, signor presidente. Costituzione trasformata in carta straccia». I consiglieri comunali Gianna Di Crescenzo, Carla Altorio, Simone Dal Pozzo, Angelo Orlando e Gianluca Primavera chiedono a Napolitano di esercitare «con vigore tutte le sue prerogative facendo in modo che il decreto che il Governo si accinge ad approvare non contenga quella sciagurata previsione e perché, se sarà necessario, non proceda alla sua promulgazione». Per sciagurata previsione i cinque intendono l’approvazione del Programma Operativo 2010 che il Tar aveva annullato perché in contrasto con le Leggi della Regione Abruzzo. Ma l'approvazione è stata inserita nella manovra economica che il Governo si accinge ad adottare. «Questo provvedimento», spiegano i consiglieri, «che riteniamo illegittimo perché in contrasto con i principi di sussidiarietà, leale collaborazione, uguaglianza, ragionevolezza e separazione delle competenze e dei poteri, appare lesivo dei diritti dei cittadini perché, con poche righe, trasforma la Costituzione della Repubblica in carta straccia». Nella missiva si riassumono gli ultimi e difficili mesi per il nosocomio di Guardiagrele: dalle delibere commissariali ai ricorsi davanti al Tar. Prima il Consiglio di Stato in sede di appello cautelare e, quindi, il Tar Abruzzo con due recentissime sentenze del maggio scorso (la n. 263/2011 e la n. 292/2011), hanno dapprima sospeso e, poi, annullato il Programma Operativo “salvando”, di fatto, l’ospedale di Guardiagrele non ancora chiuso e sancendo la riapertura di altri piccoli ospedali che, intanto, erano stati già disattivati. Ma adesso l'ultima novità arriva proprio con la bozza di manovra, quella stessa manovra che ieri ha fatto arrabbiare il presidente Chiodi perchè la ritiene non adeguata all'economia abruzzese: «in sostanza», contestano i consiglieri, «quegli atti commissariali diventano legge dello Stato e, con legge dello Stato, si stabilisce la chiusura di piccoli ospedali». «Riteniamo», si legge ancora nella missiva, «che qualora la norma dovesse entrare in vigore, in un solo colpo il diritto alla salute di migliaia di cittadini verrebbe letteralmente calpestato. Confidando nel suo intervento, salutiamo con deferenza».
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