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Tullo Farina gruppo politico Trivento che vorrei: Politica ridotta a mercimonio

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Durante gli anni 60-70-80 ossia ai tempi della cosiddetta prima repubblica si contestava prima la DC e poi i suoi alleati per il modo di fare  una  politica scorretta,  soprattutto per la pratica di inviare telegrammi di finanziamento di opere a ridosso delle consultazioni elettoral

i. Oggi tale pratica con quelli che si definiscono i rinnovatori della politica e che hanno predicato e strombazzato il moralismo più esasperato,  è diventata scienza esatta perché con le odierne tecnologie la propaganda e le notizie di nuovi finanziamenti concessi  dai politici, arrivano in ogni luogo e ad ogni ora; i telegrammi di ieri sono semplici baffi rispetto a quanto accade oggi. Infatti è di questi giorni il tambureggiare di ogni forma di finanziamento che va dalle opere pubbliche alle concessioni di sovvenzioni e contributo di ogni genere. Non passa un giorno senza che i politici non organizzino una conferenza stampa chiamando a raccolta i vari questuanti che si sentono gratificati e quasi onorati per tanto invito

. Ho avuto modo di leggere i contributi concessi con il programma denominato “ Sperimenta Molise” con il quale si sono elargiti  2 milioni di euro  tra le  varie associazioni e sembra che tra esse manchi solo  quella dell’invenzione dell’acqua calda. Ho preso atto anche di tutti i finanziamenti di milioni di euro concessi per l’impiantisca sportiva che certamente consentono lo sviluppo della pratica sportiva, cosi come ho preso atto dei fondi altrettanto milionari concessi per la viabilità maggiore e minore,  ma la domanda che mi pongo è il perché tanta pioggia di soldi si scateni durante il clima elettorale.

Ritengo che tale condotta ispirata al mercimonio del chi dà e del chi riceve sia offensiva per entrambi i protagonisti in quanto i primi vengono visti come masnadieri che utilizzano i  fondi   pubblici  per  tornaconto  elettorale,  mentre i secondi devono sottomettersi a chiedere l’elemosina per poter risplendere di luce riflessa nei confronti degli elettori.

Non mi sembrano questi i fini e gli scopi di una pubblica amministrazione. Se nelle gare di appalto vi è il retato di turbativa d’asta, nelle consultazioni elettorali con la pratica dei finanziamenti all’ultima ora si potrebbe profilare una specie turbativa elettorale Per evitare tali comportamenti sarebbe opportuno vietare con una legge “ad hoc” di concedere finanziamenti e contributi almeno tre mesi prima di ogni competizione elettorale, assicurando una minima forma di” par condicio” tra i candidati. Alla luce di quanto sta accadendo bisogna concludere con molta amarezza che tutte le regole sono ormai saltate e l’unica che rimane sempre valida, a prescindere dalle colorazioni politiche e dai tempi, è quella “ del  togliti tu, perché devo mettermi io “ Agli elettori il modo di distruggere tale sistema perché come diceva il giudice Borsellino “ il cambiamento si fa dentro la cabina con la matita in mano. Quella matita più forte di  qualsiasi  arma  è più pericolosa di una lupara e più affilata di un coltello “

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