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Tagli all'ospedale 'Caracciolo', il silenzio dei sindaci dell'Alto Vastese

Dopo la parata in fascia tricolore ad Agnone, per il favore delle telecamere, nessun segnale concreto di attenzione da parte degli amministratori

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ALTO VASTESE - Mentre il popolo dell’Alto Molise, grazie alle iniziative de Il cittadino c’è, lotta contro l’ipotesi ’tagli’ al ’Caracciolo’, l’Alto Vastese resta a guardare. Il silenzio che si registra dal versante abruzzese in merito al pesante ridimensionamento dell’ospedale di Agnone è davvero stucchevole. Ogni giorno, dai centri del Basso Chietino, centinaia di utenti usufruiscono delle prestazioni sanitarie del ’Caracciolo’. Il pericolo tagli si abbatterà come una mannaia anche sull’Alto Vastese, un territorio che ’vanta’ già livelli di marginalità davvero poco invidiabili. Solo il consigliere comunale di Castiglione Messer Marino, Enzo Fangio, ha alzato la voce, denunciando il fallimento degli "illusionisti della politica". I sindaci Piluso (Psi) e Mastrangelo (PdL), ad esempio, di Schiavi di Abruzzo e di Castiglione Messer Marino, rispettivamente presidente e vice della Comunità montana Alto Vastese, che pure hanno sfilato in fascia ad Agnone nelle scorse settimane e si sono detti pronti alle dimissioni in caso di tagli, adesso non hanno più nulla da dire in merito? Un silenzio imbarazzato e imbarazzante. Proprio ieri alcuni sindaci abruzzesi hanno preso parte ad un incontro, carico di tensione, con il sub commissario della sanità in Abruzzo, Baraldi, e il manager della Asl di Lanciano-Vasto-Chieti, Francesco Zavattaro. Al centro del confronto, c'era il netto ridimensionamento dell'ospedale di Casoli, che rischia di trasformarsi in una Rsa, proprio come il 'Caracciolo' di Agnone. Carte alla mano, la Baraldi ha ricordato i guai della sanità regionale e gli obblighi del rientro dal pesante deficit. Molte, dunque, le analogie con la situazione del Molise. "Sappiamo qual é la situazione - ha detto il presidente del comitato dei sindaci, Luciano Lapenna, primo cittadino di Vasto - ma non si possono scaricare i problemi su questa parte d'Abruzzo". Il sindaco Lapenna ha poi ricordato al manager della Asl e al sub commissario che i servizi di emodinamica, ad esempio, "quasi tutti concentrati nell'area Chieti-Pescara, vanno concepiti e realizzati anche nel sud della regione, a Vasto, perché una crisi cardiaca nei centri montani del comprensorio, a Schiavi di Abruzzo e Castiglione Messer Marino, può essere letale". Già, ecco il punto, una crisi cardiaca in uno qualsiasi dei centri dell'entroterra Vastese può davvero essere letale con l'ospedale di Vasto a più di cinquanta chilometri di distanza. Il presidio ospedaliero di Agnone invece, raggiungibile in venti minuti appena, può salvare vite umane, come è già successo tante volte. Si comprende bene, allora, alla luce del discorso del sindaco Lapenna, l'importanza davvero vitale del 'Caracciolo' per le popolazioni dell'Alto Vastese. Proprio per questo dai sindaci di zona ci si sarebbe aspettata una presa di posizione dura e decisa dopo i tagli annunciati dalla Mastrobuono, al di là della parata in fascia tricolore per il favore dei fotografi e delle telecamere. Invece nulla, il silenzio. Intanto il loro territorio continua a morire, tra disagi e servizi che vengono meno.
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