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Bolle di sapone, un'arma chimica quelle made in China

La preoccupazione dei genitori per l'incolumità dei bimbi

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«In caso di contatto con la pelle o con occhi lavare l’area con acqua fredda per almeno quindici minuti». Ancora: «Allontanarsi dalla zona contaminata». E per finire: «In caso di svenimento non somministrare nulla per via orale». Non sono le indicazioni che accompagnano un acido, un solvente o una sostanza classificata come pericolosa o speciale, ma quanto si può leggere sull’etichetta di quelle che dovrebbero essere delle innocue bolle di sapone per bambini. Informazioni allarmanti che hanno spinto una mamma a denunciare il caso contattando la nostra redazione. Le bolle di sapone in questione, quelle riprodotte nella foto in alto, sono state acquistate in un discount di Isernia e ovviamente sono made in China. Il prodotto non è adatto a bambini al di sotto dei tre anni, come si legge sull’etichetta sulla quale tra l’altro compare la scritta, che sa quasi di beffa, “Testato dall’istituto italiano di sicurezza dei giocattoli”, ma a rigor di logica non è proprio adatto all’utilizzo da parte di chi non sia munito di guanti, occhiali e mascherina protettiva. Impensabile, infatti, che un bambino, anche con più di tre anni, giocando con le bolle, non venga in contatto con la sostanza contenuta nel flacone. Anzi, il rischio che il liquido non meglio specificato, visto che mancano gli ingredienti, possa raggiungere le labbra, la bocca e il viso del fanciullo è più che concreto, quasi inevitabile. Le domande che pone la mamma sono queste: «Quali sostante sono utilizzate per queste bolle di sapone, se il contatto con il liquido è così pericoloso? E perché allora vengono messe in commercio?». Le bolle di sapone, lo dice la parola stessa, dovrebbero contenere solo acqua e sapone. Come effetto indesiderato dovrebbero provocare, al massimo, un po’ di bruciore agli occhi. Qui invece si parla di «allontanarsi dalla zona contaminata», di abbondanti lavaggi «per almeno quindici minuti» e della probabilità che il prodotto, se ingerito o inalato, induca «svenimento». Più che legittimi, dunque, i dubbi della mamma, che giriamo direttamente alle autorità e alle forze dell’ordine competenti.
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