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Greco a La 7 si difende bene e dichiara: “non salviamo le ideologie ma le persone”

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Un Andrea Greco che ha ben tenuto testa ai volponi nazionali di politica e informazione quali la giornalista Lilly Gruber e il filosofo di sinistra Massimo Cacciari. E’ questo quello che ha dimostrato colui che se la gioca voto per voto con l’obiettivo di diventare, il 23 aprile prossimo, il primo Presidente della Regione del Movimento Cinque Stelle.

In studio a Otto e Mezzo c’era anche  Oscar Farinetti, fondatore della catena Eataly, Chi pensava di poterlo mettere in difficoltà ponendo anche domande scomode sul veto di Di Maio a Berlusconi per la formazione di un nuovo governo, Andrea Greco ha dato una grossa delusione.

Chi invece ha parlato del Molise in maniera stereotipata è proprio il salotto di La 7. Sottolineando che di buono abbiamo tanti bei prodotti agroalimentari tra cui il vitigno di Tintilia. Come se il Molise fosse solo questo. Ma Greco ha esposto invece molto chiaramente quali saranno i programmi per il Molise.

Anche in Molise – ha sottolineato Greco – come nel resto d’Italia, mettiamo al centro i temi: sanità pubblica di qualità, politiche sul lavoro e sulla famiglia, riforma del sistema delle nomine. Perché i molisani, come tutti, hanno bisogno che vengano risolti i loro problemi”.

E a chi accusa il. Movimento di trasformismo dalla campagna elettorale, fatta a suoni di slogan sul reddito di cittadinanza, e quello che proclama adesso risponde: “Noi abbiamo sempre messo al centro della nostra azione il buonsenso. Quando c’era da votare provvedimenti condivisibili, anche del Pd, lo abbiamo fatto. Qui non stiamo parlando di salvare il Partito Democratico o la Lega, ma le persone. Sono d’accordo che bisogna lavorare nell’interesse del Paese e credo che nei Cinque Stelle ci sia una naturale evoluzione, ma i temi cardine sono sempre gli stessi, come il reddito di cittadinanza, la lotta alla corruzione e le politiche per la famiglia”.

Hanno provato a metterlo in difficoltà chiedendogli delle sue preferenze politiche prima dell’avvento del Movimento Cinque Stelle. E lui ha dichiarato di non aver mai votato per nessuno degli due schieramenti preesistenti perché “ero post ideologico già prima del Movimento Cinque Stelle“.

 

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