Siamo giunti al 24 luglio 2018, e la condizione della sanità molisana peggiora di giorno in giorno perché ormai siamo quasi allo stallo se non all'immobilismo totale per qualsiasi proposta di rilancio. Cominciamo con ordine: sono passati più di due mesi dalle elezioni e di nome il Commissario è ancora Paolo Frattura, che ovviamente latita e non decide più nulla essendo in scadenza. Toma ha vinto le elezioni, ma è ancora fermo alle buone intenzioni e alle affermazioni di principio e da alcune sue uscite, pienamente ripetitive della posizione dei dirigenti Asrem, che per me, bisogna ricordarlo, lasciano molto a desiderare a competenza (un ingegnere, un ufficiale dei carabinieri laureato in legge, ed un urologo) si capisce che si muove su un terreno non suo. Non so se Toma commissario sia adeguato a ricoprire il ruolo in questo tempo così difficile, che richiede uomini con idee chiare e visioni a tutto tondo, alla Marchionne, per intenderci. Il governo si è insediato da 60 giorni e non decide, occupato in altre faccende, perché Ministero dell'Economia e della Salute ancora non vi ragionano seriamente... e tutto... va a rotoli.
Purtroppo, pur avendo un grande rispetto per il governatore Toma, credo che in questo momento farebbe bene ad indicare e discutere con il ministero per porre come commissario alla sanità un suo uomo di fiducia, ma che sia un vero manager sanitario con i titoli giusti, uomo di settore e di studio magari tecnico affermato dell'Agenas e di concerto con lui rimandi subito a casa la triade Asrem sostituendola con uomini di settore specifico e formazione in management sanitario, amministrazione sanitaria e direzione sanitaria specifica, perchè così non si può andare più avanti. Occorrono decisori competenti che conoscano la materia a fondo ed abbiano vera esperienza, non avventurieri con un master appiccicato.
Lo spettacolo che ho visto è stata di prendersela con il DM ministeriale 70, ma la verità è che molti errori dipendono da una interpretazione un po' superficiale delle norme. In verità in Molise abbiamo assistito in alcuni casi in cui ci si è comportati in maniera più Balduzzi del Balduzzi e difendere tali assurdità conseguenti. Ad esempio, il Balduzzi ti dice che i Punti di Primo Intervento sono una fase transitoria, ma non ti impone il quando chiuderli: se a Larino e a Venafro conunque vi sono reparti ospedalieri come Lungodegenza e Riabilitazione, e i tuoi pronto soccorsi non sono stati riorganizzati come non è stata veramente riorganizzata in maniera efficace ed efficente l'emergenza urgenza in tutte le componenti, se li chiudi o ignori che metti in pericolo il sistema oppure è follia...oppure se scrivi Ospedale di Area Particolarmente Disagiata e non lo sistemi come si deve le cose non cambiano.
Ma andiamo alle amenità che voglio denunciare: un direttore amministravo può spendere 19.000 euro per sostituire il quadro elettrico della cucina del Caracciolo e poi bloccare tutto affermando di rimontare il quadro altrove perchè, anche a causa delle riorganizzazioni in alcune casi scellerate ( es. non esiste alcun atto ufficiale che chiuda ad Agnone la Lungodegenza di 10 posti letto ma per buona volontà è stata ridotta a 4) sono troppo pochi pasti e troppi gli operatori lì impiegati tanto che entro 3 settimane decidi di chiudere la cucina? E se per caso si attivano i 40 posti di RSA e i 10 di degenza Ospedale di Comunità non conviene mantenere la cucina aperta in attesa di tale riorganizzazione ?
Oppure si spendono 300.000 euro per le sale operatorie e vedendo la difficile situazione di Isernia che ha le sale sovraffollate si taglia ad Agnone anche il day surgery esistente invece di sfruttarle per tutto il day surgery in lista di attesa di chirurgia, ortopedia, otorinolaribgoiatria oculistica della provincia? Che direzione amministrativa è questa? Oppure data la situazione difficile dell'Alto Molise, invece di riorganizzare, risistemare e potenziare il servizio territoriale dell'Assistenza Domiciliare Infermieristica con gli infermieri in esubero causa riorganizzazione, badate bene, uno degli slogan da attuare "meno ospedale più territorio", portandola a tutti i giorni conpresa la domenica dalle 8 alle 20, consentendo a molti cronici la deospedalizzazione e la cura a domicilio, che si fa? Si annuncia da ottobre la chiusura del servizio e la cessione forse a 4 soldi e con apparenti risparmi ad una cooperativa di Isernia con tutte le conseguenze del caso e favorendo il precariato? I sindacati qui dove sono?
Tutte azioni che nonostante le sbandierate buone intenzioni tagliano e precarizzano l'assistenza sanitaria. Per non parlare del tempo che si sta perdendo per i concorsi a causa dello stallo, con la data ultima del 31 dicembre 2018 che si avvicina. Non credo che il nuovo governo la prorogherà , e così non avremo i medici ed infermieri necessari, perché è tutto un sistema regionale che sta scoraggiando ed invitando ad andare via con la sua paralisi ed il suo tirare a campare di fatto. Un ultima protesta riguarda noi, ex personale religioso della sanità regionale, messi gentilmente alla porta dal Dottor Forciniti in barba a tutte le leggi nel maggio 2017. Premettendo che siamo religiosi e che continueremo sempre anche gratis per questo motivo ad assicurare l'Assistenza Religiosa possibile in tutta la Regione per fedeltà a Cristo e alla Chiesa, abbiamo visto cambiato radicalmente il nostro status: da strutturati ed interni, per cui potevano svolgere la nostra opera pastorale in ogni momento, sempre e dovunque, per il personale, i malati, gli ospiti senza limitazioni come i medici e gli infermieri, con il licenziamento siamo stati ridotti a volontari che hanno il rango di "ospiti": non possiamo più liberanente recarci nei reparti, non possiamo curare il personale, siamo strettamente limitati alla celebrazione domenicale autorizzata, possiamo recarci nei reparti solo se chiamati come esterni dal personale, non possiamo assicurare cura continua di nessuno, non facciamo parte del personale sanitario, dobbiamo assicurarci a nostre spese: il tutto in barba a tutte le leggi nazionali, regionali e in Molise questo è l'unico caso in Italia nelle regioni Italiane, dove c'è un intesa a valore di legge. Il tutto grazie ad un abuso di ufficio di una anministrazione, che comunque, va denunciato pubblicamente, visto che i nostri vescovi hanno già pronta un intesa per garantire i diritti ma che non si riesce a ratificare data la situazione si stallo tra Presidenza Regionale, Commissario, Governo.
Ma questo evento si è comunque compiuto nell'illegalità e nel sopruso da far impallidire i regimi totalitari. Noi siamo disposti a fare il servizio gratis, ma i nostri diritti, come in America, in Europa, in Australia e nel resto di Italia devono essere ripristinati. La conclusione traetela voi da questi pochi casi: può questa gente continuare ad occupare posti di responsabilità che noi paghiano profumatamente per non assicurarci il Diritto alla Salute oppure vanno messi alla porta immediatamente o spostati in servizi in cui loro sono veramente competenti? Lo stesso dicasi della struttura Regionale. Toma non me ne voglia, ma le cose stanno così: e a noi, purtroppo, rimane solo la denuncia.