Oggi (ieri ndr) nella festa della Madonna Assunta in cielo, giorno in cui la Chiesa celebra la vittoria di Cristo sulla morte, Rita ha raggiunto il paradiso per vivere nell'eternità di Dio insieme ai suoi cari e al fratello Paolo alla cui memoria si era votata, dando testimonianza del suo sogno di legalità e umanità dovunque la invitassero a ricordarne la figura e l'opera.
Avrei desiderato averla con me nelle celebrazioni del 25 anniversario della Scuola di Formazione Sociale e Politica “Paolo Borsellino”, anche se sapevo che le sue condizioni fisiche non l'avrebbero permesso. Informarla, però, era un modo per tenerla vicina, sentire la carezza del suo sguardo aperto, cogliere ancora l'incoraggiamento del suo sorriso.
Rita è stata una protagonista della Scuola, come ho ricordato nell'intervista appena pubblicata in occasione del venticinquennale e come ha voluto sottolineare don Luigi Ciotti nel celebrare ufficialmente a Capracotta la ricorrenza davanti alle moltissime persone che hanno voluto prendervi parte.
Oggi, quando ho ricevuto, non inattesa, la notizia della morte di Rita, mi è tornata alla mente una sua riflessione dell'ottobre del 1995 a Trivento che mi pare ne riveli la profondità della fede che la muoveva. “Si dice nel Vangelo – disse Rita – che alla morte di Gesù Cristo il buio scese sulla terra. Io credo che in quel buio siamo ancora immersi, che avvolga ancora tutta la terra. Ogni tanto però c'è come uno squarcio di luce. Un gesto di amore, di altruismo aprono squarci in questo buio, operano la Resurrezione. Ci fanno vedere che c'è qualcosa di diverso a cui possiamo aspirare, qualcosa che dobbiamo raggiungere, qualcosa che dobbiamo fare di tutto perché si realizzi”. Non è un compito di eroi, aggiungeva ma di tutti. E concludeva: “Paolo non era un eroe, era un uomo che amava profondamente la vita. Aveva il gusto della vita, era profondamente gioioso. Aveva questa grande capacità di amare e gioire”.
In nome dello stesso amore per la vita, ora che lei è nel Regno dei Cieli, continueremo tutti insieme – tutti insieme noi persone normali e non eroi – a fare in modo che il sogno di Paolo di una società radicata nella giustizia possa proseguire, ciascuno di noi essendo quello squarcio di luce capace di vincere l'oscurità. Con gratitudine, Rita. Anche per il bene che mi hai voluto.
Don Alberto Conti
15 Agosto 2018