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Vieni a letto con me o ti accuso di prostituirti, 47enne accusato di stalking ed espulso dall'Italia

La vittima, una nigeriana, è assistita dal centro antiviolenza regionale. Le condotte vessatorie sono avvenute a Termoli per cinque mesi

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Una brutta storia di ricatti a sfondo sessuale. Terminata con un'ordinanza di misura cautelare di un 47enne nigeriano, un richiedente asilo responsabile, stando all'accusa del Tribunale di Larino di stalking e di violenza privata ai danni di una connazionale. I due erano residenti in un cas cittadino di Termoli, dove la polizia è intervenuta per una segnalazione di lite con aggressione. La vittima ora, dopo le risultanze del caso, è assistita da un centro antiviolenza del Molise. 

Torniamo indietro. Al momento dell'arrivo della polizia nel Cas la vittima, una donna di origini nigeriane, ha denunciaro di aver subito dall'arrestato  continue minacce, ingiurie, aggressioni fisiche, vessazioni psicologiche con ripetute richieste di prestazioni sessuali, nonché la sottrazione del proprio telefono cellulare.

Le affermazioni della vittima sono state immediatamente verificate dagli agenti. La donna, entrata in Italia nel 2016, aveva stretto un’amicizia col connazionale. Quest’ultimo, al fine di ottenere un permesso di soggiorno, pretendeva di avere rapporti sessuali con lei anche allo scopo di metterla incinta per poter, così, vantare il diritto a restare in Italia in qualità di padre del nascituro.

La donna si è rifiutata e l’uomo, respinto, cominciava ad essere sempre più aggressivo con lei, minacciando di denunciarla, accusandola falsamente di prostituirsi in Italia. Il 47enne ha perseguitato la sua vittima dall’ottobre 2017 al febbraio 2018, provocando alla donna, che,  sotto costante ricatto, di fatto era diventata la sua schiava, un perdurante stato di ansia e di terrore. 

Secondo il gip di Larino “il profilo accusatorio appare solido, con la configurazione, in presenza di una condotta chiaramente volontaria, di un’intollerabile condizione di mortificazione e di abituale sopraffazione sulla persona offesa, travolta nella sua sfera personale, fisica e morale, tale da ingenerarle, in concreto per quanto rappresentato dalla medesima, ma in misura comunque da reputarsi congrua anche in astratto, uno stato di terrore per la sua stessa incolumità e tranquillità.”

Su richiesta del Pm Meo, il magistatro ha disposto il divieto di avvicinamento dell’uomo alla vittima, imponendo allo stesso di non avere alcun contatto con lei, neppure attraverso mezzi tecnologici (telefono, computer, social network) ecc. Dallo scorso mese di luglio, la vittima è assistita in un centro antiviolenza di questa provincia, mentre la Prefettura di Campobasso ha emesso, a carico del cittadino nigeriano, un provvedimento di revoca delle misure di accoglienza.

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