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Tullio Farina, Trivento che vorrei: "Due pesi e due misure"

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Il giorno 6 settembre 2018 il sindaco di Trivento ha fatto affiggere un manifesto pubblico sul centenario della nascita del prof. Fausto Brindesi. Senza nulla togliere all’illustre concittadino sui meriti acquisiti nel corso della sua vita, ben messi in eviifdenza nel manesto commemorativo, chiedo come mai lo stesso sindaco non a

Due bbia mai pensato di ricordare sia la nascita che la morte di don Gianico che, seppur non nativo di Trivento, ha fatto per la scuola e per tutti gli studenti non solo triventini, ma di molte altre regioni, quello che nessuno ha mai fatto. Don Gianico subito dopo il secondo dopoguerra ha trasformato Trivento in una piccola capitale della cultura, perché il paese grazie alle scuole istituite da lui e al suo collegio vescovile maschile ha calamitato insegnanti e   centinaia e centinaia di alunni, non solo del Molise, ma da tutta l’Italia meridionale. In occasione della pubblicazione del mio libro Trivento: ritorno al passato”, allorquando ho parlato del convitto di don Gianico ero quasi sfinito nel trascrivere tutti i nomi e le svariate località di provenienza degli ex convittori. Per moltissimi anni Trivento è stata sede di tre dirigenze scolastiche, al contrario di oggi che, a stento, ne tiene una e spesse volte anche in reggenza con altre scuole. Non starò qui a continuare ad elencare i meriti di questo educatore perché già sono stati scritti fiumi di parole, che evidentemente non sono state tenute in debita considerazione da chi sarebbe dovuto essere il primo a prendere una giusta e doverosa iniziativa Devo purtroppo ricordare con grande amarezza che per ben due volte il consiglio comunale ha bocciato la proposta di intitolare una strada a don Gianico presentata su iniziativa dei rappresentanti di minoranza. Nella prima proposta lo stesso sindaco ha invitato la sua maggioranza a non approvare la delibera n 59 del 22/10/2014. Successivamente però non ha esitato un attimo a scrivere sul libro realizzato dagli ex convittori le seguenti parole “Non vi è dubbio che la Sua intuizione più grande fu quella di offrire alle nuove generazioni, negli anni ancor difficili che seguirono il secondo conflitto mondiale, l’opportunità della conoscenza, attraverso l’apertura di nuove scuole in Trivento,” autentico capoluogo delle aree interne “. Evidentemente l’occasione per mettersi in mostra era troppo ghiotta.  La pronuncia di tutte queste belle parole è avvenuta prima della presentazione da parte della minoranza della nuova proposta di intitolazione della strada, con gli atti amministrativi già predisposti dalla minoranza stessa, tra i quali c’era anche la sua nota di presentazione del libro su don Gianico, ma   anche   questa  seconda proposta, inspiegabilmente,  è stata  bocciata con la delibera consiliare sempre di n. 59 del 16/10/2017. C’è da dire, pertanto, che il n. 59 non ha portato bene a don Gianico. Si pensava che quanto detto e scritto la sindaco su don Gianico, in occasione della presentazione del libro, lo avesse convertito alla causa della intitolazione di una strada, ma era solo un’illusione, perché, come già detto, anche la seconda delibera è stata clamorosamente bocciata tra lo stupore e l’incredulità dei proponenti. Tutto ciò sembra impossibile, ma questo, purtroppo, è avvenuto. Mai il Comune di Trivento dal 2001, anno della morte di don Gianico, autonomamente ha preso una iniziativa commemorativa per far restare viva nella mente dei posteri la figura di don Gianico, sebbene continuamente sollecitato da me con vari articoli pubblicati sui giornali regionali. Al contrario solo i suoi ex convittori da anni hanno preso iniziative commoventi per ricordarlo, non ultima la lapide sul muro dell’ex convitto e la pubblicazione di un libro. Oggi con piacere leggo il ricordo per Fausto Brindesi, ma con tristezza e quasi vergogna prendo atto del comportamento temporeggiante, ipocrita ed irriguardoso   dell’amministrazione comunale nei confronti di un uomo, un educatore ed un sacerdote che per Trivento ha fatto tanto e che doveva essere il primo ad essere ricordato per fatti concreti e risultati conseguiti in quanto il suo operare si è svolta in loco tra la gente e per la gente. Purtroppo è ben noto il proverbio che nessuno è profeta in patria, per cui si preferisce rincorrere le farfalle. Un sindaco non può utilizzare due pesi e due misure, ma deve essere super partes e riconoscere i meriti di tutti, anche di quelli a lui non graditi.

                                                             Il consigliere comunale di Trivento che vorrei

                                                                                   Prof. Tullio Farina

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