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Scuola paritaria di Celenza, il sindaco: «E' abusiva»

Duro intervento del sindaco, Andrea Venosini

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CELENZA SUL TRIGNO - Ventuno bambini, due scuole pronte a darsi battaglia contendendosi la materia prima: gli alunni appunto. Anche se una, quella paritaria delle suore, viene subito bollata come «abusiva» dal primo cittadino. Succede a Celenza sul Trigno. Il sindaco Venosini, nelle scorse settimane, ha messo alla porta le suore che per mezzo secolo hanno gestito la scuola paritaria per l’infanzia e in quegli stessi locali ha attivato un asilo statale. Stando ai numeri forniti dal primo cittadino gli iscritti alla statale sono quattordici. I bambini in totale sono ventuno, quindi alle religiose ne rimarrebbero solo sette da educare. L’ufficio scolastico provinciale, conti alla mano, avrebbe autorizzato mezzo turno, cioè lezioni solo al mattino. Questo dicono dal Comune. «Stiamo già lavorando per risolvere questo inconveniente» spiega, tranquillo ma deciso, il sindaco Venosini. A fargli concorrenza, per così dire, le solite suore, quelle sfrattate, ma che hanno deciso caparbiamente di non lasciare Celenza e di non darla vinta all’amministrazione comunale. L’asilo delle religiose c’è stato per oltre mezzo secolo, ci sarà ancora. E’ il verbo proferito da Novella Amicarelli, combattiva e coriacea presidente del comitato civico Pro Coelentia. E pare che dalle parole si sia passati ai fatti. Scrive infatti l’ex sindaco Rodrigo Cieri sul suo blog: «Si annuncia l’apertura della scuola statale dell’infanzia, mentre la paritaria si prepara a riaprire. La prima in edificio pubblico, la seconda in abitazione privata messa a disposizione gratuita dal proprietario. Si tratta di due scuole di pari dignità ed efficienza, ma che si ispirano a valori diversi». Insomma, nonostante lo sfratto, le suore hanno trovato il modo di restare in paese, approfittando dell’ospitalità di una persona del posto che ha messo loro a disposizione un appartamento, e ora pare abbiano trovato anche un altro residente che ha loro concesso in comodato un locale alternativo che dovrebbe ospitare lo storico asilo paritario. «L’unica cosa certa è che domani a Celenza apre l’asilo statale. - precisa il sindaco Venosini - Se apriranno anche quello paritario si tratterà di una forzatura, di un qualcosa di abusivo, perché non mi risulta sia possibile far funzionare una scuola materna in un’area agricola. Cambieranno la destinazione d’uso? Lo hanno già fatto? E come la mettiamo per la sicurezza, per le varie certificazioni necessarie che una scuola deve necessariamente avere o per l’abbattimento delle barriere architettoniche?». Mentre la guerra “santa” tra Venosini e le suore va avanti, domani i bambini di Celenza, per la prima volta, saranno divisi, ignare pedine di un gioco che, in fin dei conti, è solo politico. Tra l’altro l’amministrazione comunale non è tenuta ad assicurare il trasporto agli alunni della paritaria, essendoci in paese già l’alternativa del servizio pubblico, quello statale. «Si tratta di bambini celenzani che hanno diritto all’educazione, la cui libertà è sancita dalla Costituzione. - protesta Rodrigo Cieri - Perché riservare il trasporto alunni soltanto agli iscritti alla statale? Trasporto per tutti chiedono i genitori. Perché la spesa per la statale deve gravare sul bilancio comunale e quindi su tutta la comunità, mentre quella per la paritaria soltanto sulle famiglie interessate?».
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