"Chi combatte può perdere chi non combatte ha già perso", e' con questo famoso aforisma che richiama alla memoria uno dei personaggi più grandi e influenti di tutto il novecento, Bertolt Brecht, Nunzia Zarlenga anticipa le sue considerazioni politiche sull'evento- spettacolo di ieri sera al teatro Italo Argentino di Agnone. Al centro della serata uno spettacolo di beneficenza i cui proventi sono destinati all'acquisto di presidi sanitari per il reparto di Medicina dell'Ospedale S.F. Caracciolo di Agnone.
Occasione non trascurabile, visto il sold out dello spettacolo, per riportare al centro del dibattito agnonese la situazione stagnante del presidio sanitario ,punto di riferimento per l'intero territorio Altomolisano e altovastese. Ottima occasione difronte ad un pubblico vasto ma La Zarlenga denuncia l'assenza totale delle istituzioni, del settore produttivo agnonese, di un qualsivoglia politico locale o regionale.. L'intervento del dottor Giovanni Di Nucci,responsabile UOC Medicina OSF.Caracciolo,invitato ad intervenire per meglio informare sulla situazione attuale,sempre più precaria del nosocomio agnonese, è caduto su un pubblico attento, ma nell'indifferenza di chi doveva essere li per meglio ascoltare.
Di seguito:
"Ieri sera al Teatro Italo Argentino platea piena nonostante due precedenti sold out, un successo? Per noi sì se si pensa solo allo spettacolo fine a se stesso, per Agnone no visto che al centro della serata c’era il nostro ospedale. Più delle presenze ieri sera a teatro pesavano le assenze. E non c’entrano le offerte per acquistare ausili sanitari.
Era stata annunciata,anche dalla stampa locale, la presenza del Dott. Di Nucci, primario della UOC di Medicina dell’Ospedale “Caracciolo “di Agnone che aveva chiesto espressamente di intervenire. In un paese normale avrebbero dovuto essere esauriti anche i posti in piedi proprio perché era lapalissiano che il primario avrebbe parlato delle condizioni dell’ospedale. In un paese normale ci sarebbe stato l’interesse, la curiosità di sapere a che punto siamo visto che di questo ospedale non parla più nessuno. E invece niente! Non un politico , non un amministratore,né di Agnone (che tristezza!) né dei paesi confinanti che pure fanno capo a questo ospedale, non un rappresentante dei comitati civici ormai desaparecidos, non un medico che ha lavorato o lavora al Caracciolo, pochissimi quelli del personale, non un imprenditore, né piccolo né grande che pure hanno la loro sorte legata a filo doppio alla situazione generale della comunità e dovrebbero essere quindi lungimiranti e pensare che non si sopravvive in un tessuto sociale morente.
Nessuno si salva da solo. Cosa ha detto il Dott. Di Nucci? La vera domanda è “come” lo ha detto! Chi lo conosce non ha potuto non notare lo scoramento, la delusione e anche la stanchezza di chi cerca di svuotare il mare con un bicchiere. Molti in sala, dopo lo spettacolo, lo hanno sottolineato : “ non lo avevamo mai visto così”. La voce era bassa ,ma aveva la potenza di un urlo!
Voglio sommessamente ricordare che il dott. Di Nucci potrebbe starsene bellamente in pensione,a casa sua,con la sua famiglia,magari in giro per quelle montagne che ama tanto. Invece è caparbiamente al suo posto,cercando di salvare il salvabile, al capezzale di un ospedale morente non per una male incurabile, ma per incuria,per disinteresse, per mala politica e pessima gestione e che si potrebbe salvare con “la medicina giusta”.Ed è questo che fa male, e tanto. “Paese mio che stai sulla collina,disteso come un vecchio addormentato” hai smesso di combattere, di lottare per i tuoi diritti e nei pochi momenti di lucidità siamo solo bravissimi nel piangerci addosso . Paese mio : SCETATE!"