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NUOVO OSPEDALE, UN CRIMINE NON DARE RISPOSTE

Da oltre un ventennio i lavori sono fermi al palo. Spesi milioni di euro pubblici e la politica che fa? Tace

redazione
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AGNONE. Tra destra e sinistra nessuna differenza. Forse non diciamo niente, forse è una frase fatta, ma oggi vogliamo ribadirlo parlando del nuovo ospedale di Agnone, una mega struttura che giace da oltre un ventennio sulla parte più alta della cittadina. Incompiuta. L’ennesima. Una cattedrale nel deserto sulla quale hanno tirato a campare da una parte e dell'altra. Questa volta nessuna eresia, perché entrambi gli schieramenti hanno fatto a gara a chi la sparasse più grossa. Balle ciclopiche, a partire dall’ultimazione, passando per il polo geo-spaziale fino alla riconversione in un carcere minorile. Impresa ardua capire chi merita la piazza d’onore. Sta di fatto che la struttura (ancora oggi munita di gru) costanta miliardi di vecchie lire sottratti della casse pubbliche, è lì in via di deterioramento. Ok, gli errori in passato sono stati fatti, ma oggi si dovrebbe (sarebbe il caso di abolire il condizionale) correrre ai ripari. Come? Spetta alla politica dirlo, è funzione di chi viene pagato con gli euro dei contribuenti dare risposte concrete. Attualmente però la realtà è amara e vuole che per il nuovo ospedale non esista uno straccio di progetto o finanziamento in grado di poter assolvere a tale richiesta, cioè vederlo una volta per tutte operativo anche in un campo che non sia strettamente sanitario. A questo punto un ruolo importante potrebbero giocarlo le amministrazioni locali (non solo quella di Agnone) facendo pressioni quotidiane sui palazzi del potere. Ma anche in questo caso si registra un’apatia disarmante. Si continua ad andare avanti sotto il segno della rassegnazione come se rappresentasse una giustificazione a quanto avviene. E’ vero più di qualcuno obietterà che è necessario concentrarsi per il salvataggio della vecchia struttura, per carità, ma continuare a vivere immobili dinanzi ad un mare di denaro pubblico già sperperato e, peggio ancora, non cercare soluzioni pragmatiche per il bene della collettività, è un crimine con il quale bisognerà fare i conti con la storia.
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