AGNONE. Celebrazioni del IV Novembre, altomolise.net vuole proporvi l'intervento di Beatrice Mastrangelo - studentessa del quinto anno presso il liceo scientifico "Giovanni Paolo I" di Agnone - durante la manifestazione svolta sotto il monumento dei Caduti in mattinata.
E’ ormai consuetudine – anche per noi studenti - ritrovarci il 4 novembre davanti al Monumento ai Caduti, per la commemorazione di tutti coloro che, nelle due guerre mondiali, sono morti in battaglia o in trincea per la libertà, la sicurezza e la pace del nostro popolo e di tutta l’Italia.
Li ricordiamo: erano giovani pieni di ideali ed entusiasmo, coraggiosi e pronti all’estremo sacrificio pur di assicurare alla nostra Patria un avvenire di progresso e di civiltà, che costituisce la nostra preziosa eredità, da custodire e conservare anche per le future generazioni.
Molti di loro però non sapevano nemmeno perché combattevano, né per quale motivo dovessero uccidere altri giovani come loro solo perché “di una divisa di un altro colore”.
“Le guerre – scrive Ernest Hemingway in ‘Addio alle armi’ – vengono combattute dalla miglior gente che c’è, in un paese…; le dirigono invece, le hanno provocate e iniziate rivalità economiche precise e un certo numero di porci che ne approfittano”.
Si riferiva alla Prima Guerra Mondiale, cui la data del 4 novembre - quella dell’armistizio di Villa Giusti che sancì la nostra vittoria sull’Impero Austro-ungarico – si riferisce; e le cui vere origini furono di natura essenzialmente economica e sostanzialmente estranea agli interessi di chi era costretto a combatterla.
Scriveva un soldato dal fronte: “Non vedete quanta strage di giovani e di padri di famiglia avete fatto, e non siete ancora contenti?... Noi per la nostra patria abbiamo sofferto abbastanza, e infine la nostra patria è la nostra casa, la nostra famiglia, le nostre mogli, i nostri bambini…”
Non esistono quindi guerre giuste, per nessun motivo, come in quegli anni terribili fu denunciato dal manifesto di Zimmerwald, dal papa Benedetto XV e dal presidente americano Wilson nei suoi “14 punti”.
Ma non furono ascoltati, e i successivi trattati di pace non fecero altro che perpetuare i motivi che poi avrebbero portato ad un secondo, ancor più terribile, conflitto. Come disse lo storico Eric Hobsbawm, si trattò in realtà di una lunga e atroce “guerra civile europea dei trent’anni”.
Purtroppo le guerre ancora oggi insanguinano il nostro pianeta, quindi la Storia ancora non ci ha insegnato nulla, perché se pensiamo che con le guerre riusciamo a risolvere tutti i problemi che ci affliggono sbagliamo di grosso, perché solo la pace, il dialogo, l’accoglienza e la solidarietà dei popoli possono permetterci una vita migliore piena di progresso e di futuro per tutti noi giovani.
Comunque, ognuno deve fare la sua parte, in un grande gioco di squadra, che, partendo da noi giovani, deve allargarsi a tutti i giovani del mondo, facendo fruttificare i talenti di ciascuno per il bene di tutti.
Concludendo:
-NO alle guerre
-NO alle violenze di ogni tipo
-SI al dialogo e al confronto senza pregiudizi
-SI al coinvolgimento di noi giovani su questi ideali