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Facebook? Twitter? Sondaggi? No, qui manifesta gente vera

A Roma niente like o firme digitali. Solo uomini e donne in carne ed ossa

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Al cesso le piattaforme, che si chiamino Rousseau o Google o Uber o Airbnb o Spotify. Al cesso i Socials , che si chiamino Facebook o Twitter o Istagram. A Roma, ieri 9 febbraio 2019, hanno sfilato 200.000 persone in carne ed ossa, uomini, donne, bambini, impiegati, operai, imprenditori, agricoltori, studenti  e lavoratori del terzo settore, un’ intera comunità che questa politica gialloverde sta sacrificando sull’altare del contrasto razzista a 4 disgraziati, della cancellazione illusoria della povertà, dell’assistenza senza lavoro.

E l’aspetto che più colpisce è la presenza di tutte le classi di età il che capovolge l’immagine di una sindacalismo dai capelli bianchi e in declino. La fanno da padroni, nella manifestazione, padri preoccupati, mamme che non ce la fanno più e perfino imprenditori angosciati che non trovano alcuna alternativa se non il fallimento, la messa in strada di migliaia di lavoratori e la distruzione di tutto il loro know-how. 

Altra cosa che colpisce è l’assenza totale dei riferimenti al novecento comunista o alle cattiverie dei social: nessuno canta Bella Ciao e pochissimi inveiscono alla maniera “originaria” grillina o leghista.

Salvini si renda conto che alle sue spalle non ci sono 60 milioni di italiani e, soprattutto, non c’è la gente che sgobba, che paga le imposte e le tasse e che si sente completamente trascurata ga questo governo impegnato solo a inventare nemici e isolare l’Italia.

Sconcertante la presa di posizione di Di Maio:  “Confidiamo che Landini si unisca a noi per abbattere le pensioni d’oro degli ex sindacalisti”. L’unica politica di questo ministro dello Sviluppo è individuare un nemico e colpirlo con la demagogia spicciola praticata nei bar. I 200.000 di piazza San Giovanni chiedono investimenti, lavoro, capacità di gestione dei rapporti internazionali, sviluppo e occupazione e NON una distribuzione a casaccio di soldi presi a prestito che le future generazioni saranno costretti a ripianare e NON solo una demagogica aggressione a privilegi che, se fa contenti tanti, porta solo pochi, pochissimi spiccioli alle casse dello Stato ma anche tantissime controversie e, soprattutto, la stupida, pericolosa  illusione che, con quegli spiccioli, si risolva qualcosa  della economia italiana. 

 

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