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Sotto le il cielo a 5 stelle, sottocultura, contraddizioni e disonestà avanzano spedite

Grillo a Catania: "Forse non siamo all'altezza, forse siamo principianti"

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Sottocultura.  Ieri, il Movimento ha votato contro la possibilità, per i giovani, di utilizzare il loro bonus cultura per abbonarsi a un giornale. Il no è nel dna del movimento. Quanto ai si, nel settore della cultura, si sente parlare di qualche giorno in più, gratuito, nei musei italiani.

Contraddizioni.  Dopo la batosta elettorale subìta prima in Abruzzo e poi in Sardegna, Luigi Di Maio e tutti i maggiorenti del M5S continuano a ripetere che a) il risultato ottenuto alle due elezioni è, per loro, soddisfacente; b) non bisogna confondere le pere delle elezioni politiche con le mele delle elezioni regionali; c) alle elezioni precedenti il Movimento non era presente; d) comunque entrerà nei consigli regionali delle due regioni.
Se il risultato fosse soddisfacente, non si comprende quest’ansia immediata di affiancare a Di Maio un direttorio e, soprattutto, non si comprende la decisione di rinunciare a un caposaldo dell'anima grillina quale quello dei due mandati e poi a casa. 

La Disonestà  intellettuale è già stata ampiamente dimostrata con il caso Diciotti e la messa in sicurezza di un ministro che la magistratura intendeva processare. È stata dimostrata anche  con la condiscendenza nei confronti della Lega per il caso clamoroso dei 49 milioni sottratti al contribuente italiano per rimborsi elettorali irregolari e, quindi, non dovuti. Ultima, la decisione di rinunciare a un loro principio base quale la cessazione dell’attività politica dopo due mandati. Ora, alla disonestà intellettuale si aggiunge pesantemente quella morale: Rocco Casalino, come da chat rese pubbliche da le Ienee riportate sui quotidiani di ieri, avrebbe “salvato la faccia” della presidente della Commissione Giustizia, Giulia Sarti, nel senso che quando la parlamentare fu scoperta per non aver versato i contributi dovuti al movimento per 23.000 euro, ricevette una richiesta proprio da Casalino di incolpare il suo fidanzato dell'ammanco. Oggi si scopre che fu la Sarti a decidere di trattenere per sé quei contributi e sarebbe stato uno dei massimi responsabili del M5S a indirizzare la Sarti in modo disonesto, diventandone complice (consapevole o inconsapevole?).

 

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