Chi, avendo simpatia per il PD, si recherà alle urne predisposte nei gazebo di quasi tutte le citta italiane per le primarie di quel partito, potrà indicare il suo preferito alla segreteria del partito stesso scegliendo tra Nicola Zingaretti, più famoso come fratello del Commissario Montalbano che come politico, Maurizio Martina, il secondo di Renzi per tutto il suo mandato al Governo ma mai emerso alla ribalta per iniziativa e comunicazione, e, infine, Roberto Giachetti, l’uomo senza peli sulla lingua sempre pronto a metterci la faccia e, forse, per questo, quasi sempre perdente (nelle ultime comunali di Roma fu sonoramente battuto dalla Raggi).
Sarà per questo che tutti gli organi che si occupano di flussi elettorali prevedono un’accoglienza molto limitata a detti Gazebo: intorno a un milione, contro i 2,8 milioni di Matteo Renzi, il candidato occulto. Il Candidato fantasma, "quello, come scrive Claudio Tito su REP, che non ha presentato le firme per poter entrare nella competizione e che pure sta accompagnando questa fin troppo silenziosa campagna pre-voto e che si staglia invisibilmente in fondo, tra gli scrutatori che dovranno contare le schede. E già, perché l’ex segretario è il vero antagonista che i tre concorrenti ufficiali dovranno affrontare.
In concreto, da una parte, c’è un partito ufficiale che non suscita molto entusiasmo; dall’altra, c’è un ex premier, che nonostante abbia problemi molto seri con i suoi genitori agli arresti domiciliari, riempie le sale di tutta Italia per raccontare il suo libro “Un’Altra strada” e, con detto libro, è in testa alla classifica di vendita dei libri in Italia.
Nei suoi incontri con i media, Renzi dimostra assoluta indifferenza verso le sorti del partito di cui è stato segretario e dominus fino a poco tempo fa. Infatti, ai giornalisti che gli chiedono un giudizio sul dibattito su Sky Tg24 tra i tre candidati alla segreteria Nicola Zingaretti, Maurizio Martina e Roberto Giachetti , ha risposto caustico: "Il confronto in tv non l'ho visto, ero a Napoli per presentare il libro. Magari c'è la replica...". E ha aggiunto: "Mi auguro che il segretario che verrà non subisca ciò che è accaduto a me, prendere il 70% e poi essere distrutto dal fuoco amico. Andrò a votare e poi darò una mano". A proposito di fuoco amico, non è mancata una pugnalata per Enrico Letta che aveva suggerito a Renzi di intitolare il suo libro non “Un'altra strada” ma “Non ho imparato”: "Ho molto rispetto per chi vive un momento di rancore del passato. il suo problema è sempre quello dello Stai sereno. Certo che, di fronte a quello che sta accadendo in Italia, con l'atteggiamento di Salvini che istiga all'odio e alla paura e a Di Maio che esalta l'incompetenza, l'idea che ci sia ancora qualcuno che perde tempo a polemizzare con me è indice di un comportamento profondamente sbagliato".
La prossima settimana sapremo meglio come si svilupperà il dibattito all’interno della sinistra.