Inizia il suo impegno nell'associazionismo prendendo parte al movimento per la pace nel 1982. A diciassette anni è tra i fondatori dell'associazione di volontariato antirazzista "Nero e non solo", impegnata nelle politiche dell'immigrazione e per una società multietnica e multiculturale. Da lì inizia la carriera, tutto all’interno della Politica, di Nicola Zingaretti:
• Alla fine degli anni '80 è segretario della FGCI romana.
• Nel 1991 viene eletto Segretario Nazionale della Sinistra Giovanile e l'anno successivo Consigliere Comunale di Roma.
• Dal 1995 al 1997 è presidente dell'Unione Internazionale della Gioventù.
• Socialista e Vice Presidente dell’ Internazionale Socialista.
• Nel marzo del 2004 viene eletto Eurodeputato.
• Il 28 aprile 2008 viene eletto Presidente della Provincia di Roma.
• Il 26 febbraio 2013 viene eletto Presidente della Regione Lazio
• Il 4 marzo 2018, viene rieletto Presidente della Regione Lazio.
• Il 3 marzo del 2109 viene eletto Segretario del Partito Democratico.
Questa carriera porta a dire di lui che è un professionista della politica o un burocrate di partito.
Ai suoi che lo acclamavano ieri notte presso il Comitato alla Domus Massima, di fronte al Circo Massimo a Roma, per prima, cosa ha detto: “Sono segretario a tutti gli effetti. È tempo di ricostruire. Voltiamo pagina.” Chiaro il suo riferimento a chi ha cercato di depotenziare queste primarie e ad oscurarle, con le presentazioni del suo libro, Matteo Renzi.
In maniche di camicia e senza alzare troppo la voce, Zingaretti ha voglia di spazzare via, nei suoi 20 minuti scarsi, gli anni del renzismo. Definisce quella del 4 marzo dell’anno scorso “una sconfitta devastante”. E poi parla di voltare pagina e di ripartenza. Allude esplicitamente a un nuovo Pd e a nuove alleanze in un campo largo che comprenda la sinistra di LEU (i secessionisti) e tutta la galassia della sinistra che non si è mai riconosciuta nei governi di Renzi e Gentiloni: sono finiti gli anni del Patto del Nazareno, da oggi tornano di moda Laura Boldrini, Pier Luigi Bersani e Massimo D’Alema, nonché tutti coloro persi nelle maglie dei 5S.
Guardando alla carriera di Zingaretti e a quello che egli si propone di fare, Matteo Salvini ha avuto gioco facile a parlare di “un ritorno al passato” intendendo con questo sia un ripiegamento del PD su posizioni di sinistra e non più di centro-sinistra, sia un ritorno di questa forza politica all’eterno ruolo di opposizione: In proposito, ha scritto: "Buon lavoro al nuovo segretario, Nicola Zingaretti, e complimenti per l'organizzazione anche se il dato di oggi è il minimo storico di partecipazione”.
Di certo, finiti i festeggiamenti dell’elezione a segretario, per Zingaretti si apre un grosso problema: la coperta corta. Se da una parte, ha la possibilità di recuperare tutto ciò che si muove a sinistra, dall’altra, lascia scoperta una vasta area di centro, centro-sinistra non più occupata dai 5Stelle risucchiati, per amor di poltrone, dalle politiche di destra della Lega.
Su quest’area potranno catapultarsi Carlo Calenda e Matteo Renzi che, per ora si limita a uno esercizio di stile twittando da Firenze: “Quella di Nicola Zingaretti è una vittoria bella e netta. Adesso basta col fuoco amico: gli avversari politici non sono in casa ma al Governo. Al segretario Zingaretti un grande in bocca al lupo. A Maurizio, Bobo e a tutti i volontari grazie. Viva la democrazia”. Pochi credono che, ambizioso com'è, vorrà restare intrappolato nella nuova sinistra destinata all'opposizione.