Il bilancio di previsione 2019-20121 porta” il premio” di fine mandato ai cittadini di Trivento: aumento del costo di costruzione dei fabbricati ed oneri di urbanizzazione
Con l’approvazione dell’esercizio finanziario di previsione 2019 nella seduta consiliare del 4 marzo svoltasi senza la presenza di nessun cittadino, neanche di coloro che scaldano i motori per fare le liste per le imminenti elezioni, i cittadini di Trivento, oltre a trovare le stesse tasse e tributi applicati dal commissario prefettizio nel 2009, per effetto del dissesto finanziario, riconfermati annualmente nella misura massima e mai diminuiti , tranne per l’addizionale Irpef, troveranno anche l’ultimo regalo , quello dell’adeguamento del costo di costruzione dei fabbricati e degli oneri di urbanizzazione nella misura rispettivamente dell’11,70% e del 11,09% A tale proposito riportiamo integralmente la dichiarazione di voto del gruppo consiliare “ Trivento che vorrei “ che aiuta a comprendere meglio la delicata problematica Preliminarmente prima di iniziare la discussone sull’adeguamento dei costi di costruzione corre l’obbligo sottolineare la disinvoltura con la quale questa maggioranza vuol far passare un provvedimento che porterà non poche conseguenze sul settore dell’edilizia privata. Nella conferenza dei capi gruppo il sindaco ha fatto presente che veniva proposto il bilancio 2019 sulla scia di quello del 2018 come se fosse stato una fotocopia, senza provvedimenti sconvolgenti ed innovativi. Si è perso tempo a discutere su una donazione di un immobile di dubbia utilità per il Comune per la quale bisognerà lambiccarsi il cervello per come renderla utile, ma sull’aumento dei costi di costruzione e degli oneri di urbanizzazione nessun cenno. E pure la decisione che il consiglio comunale dovrà prendere sarà gravosa perché scaricherà sulle spalle dei cittadini costi ed oneri incrementati dell’11,70%. Nella proposta di delibera si legge che per il periodo dicembre 2008 dicembre 2018 l’incremento Istat sia arrivato all ’11,70% senza che mai fosse stato aggiornato di anno in anno; si legge pure che, a norma della delibera di giunta regionale n 5548 del 27 novembre 1995, la quota relativa al costo di costruzione poteva essere definita automaticamente dalle Amministrazioni comunali. L’ultimo adeguamento del costo di costruzione del Comune di Trivento è avvenuto con delibera commissariale n.16 del 21 novembre 2008. Da quella data è calato il buio e il silenzio su tale problematica. Si comprenderà benissimo che una cosa è adeguare anno per anno il costo, ben altra cosa è gettare sulle spalle dei cittadini un fardello di oltre 10 anni che diventa insostenibile ed insopportabile per chiunque. Oggi noi ci troviamo di fronte a dieci anni di omissioni e non comprendiamo il perché della comparsa all’improvviso di uno scoglio o meglio ancora di uno scoglione di così grande dimensione, come l’ iceberg di Titanic memoria, che ha svegliato e aperto gli occhi agli gli incauti naviganti del veliero comunale, facendo loro ricordare i costi di costruzione e gli oneri di urbanizzazione dimenticati da oltre 10 anni. Certo non si possono invocare neanche le attenuanti generiche, quali l’ignoranza in materia fiscale, ma ci solo le aggravanti tutte, perché gli amministratori in carica per il periodo in questione hanno sempre sbandierato la loro competenza e la loro professionalità soprattutto in materia finanziaria, fiscale e tributaria. Quindi, per il famoso teorema Di Pietro applicato a Craxi, gli amministratori non potevano non sapere che i costi di costruzione e gli oneri di urbanizzazione andavano adeguati di anno in anno. E’ pur vero che la Regione, altro ente distratto e superficiale aveva omesso di fare i suoi aggiornamenti, ma la normativa sull’indice Istat era abbastanza chiara così come viene riconosciuto anche nell’odierna proposta di adeguamento. A chi la colpa di questa colossale distrazione che oggi però straordinariamente ed improvvisamente diventa obbligo di legge inderogabile e non più rinviabile? Chi ha tenuto per oltre dieci anni un adempimento dovuto per legge sotto naftalina o a bagnomaria?
Oggi come niente fosse accaduto si vuol far passare sotto silenzio e nel disinteresse generale aumenti superiori all’11% Quanto costerà in più per i costi di costruzione ed oneri di urbanizzazione un nuovo fabbricato? Facendo una simulazione con i nuovi oneri per un fabbricato in zona E agricola, costituito da un seminterrato di 70 mq , un piano terra di 100 mq e un primo piano di 97 mq, si dovranno pagare oltre 10.000,00 euro per gli oneri di costruzione e gli di urbanizzazione primaria e secondaria.
Il provvedimento da adottare non è indolore perché aumenta di molto le somme che i cittadini dovranno pagare per costruirsi un’abitazione. Il costo di costruzione in buona sostanza aumenta 39 euro a metro quadro perché passa da 334,02 a 373,77 mentre gli oneri di urbanizzazione, a secondo le tipologie dei fabbricati, aumenteranno da 1 a 3 euro a metro quadro, aumenti questi di non poco conto. Il nostro voto contrario è non solo per la vostra omissione e distrazione, ma anche e soprattutto verso il governo regionale e nazionale che continuano a fare la politica di elargizione di incentivi e contributi più disparati per poi tassare quelle iniziative che producono posti di lavoro. Con tali aumenti il settore edilizio privato, che già versava i stato agonizzante finirà per aggravarsi fino a far chiudere i cantieri con danno per tanti tecnici, muratori , manovali e ditte di materiali di costruzione
La Regione invece di stare ferma nel rideterminare il costo di costruzione avrebbe ben potuto adoperarsi in materia stabilendo deroghe o sgravi per zone le emarginate e soprattutto per i paesi che si stanno spopolando. Ma chi volete che si costruisca una casa se prima di iniziare la sua costruzione dovrà sborsare somme spropositate per non avere poi neanche servizi efficienti?
E’ inutile dare il reddito di cittadinanza per poi tassare le attività produttive mettendole all’angolo. La soluzione vera del problema della disoccupazione è creare posti di lavoro Con una iniziativa sciagurata come questa si finisce a distruggere quel poco di lavoro che c’è ancora. Occorrono solo provvedimenti urgenti di sgravi e agevolazioni sulle attività che producono lavori e non aumenti o adeguamenti dei costi per legge quando un settore è in crisi o ci si trova di fronte ad aree disagiate economicamente, perché solo così si creano condizione per la ripresa o per non morire Non è possibile che un adeguamento Istat possa valere per un intero territorio con differenze economiche e sociali macroscopiche. Pertanto votiamo contro il provvedimento