In linea con tutti gli altri organismi internazionali, anche l’OCSE (L'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico) [1] comunica che tutta l’area economica europea presenta per il 2019 una crescita molto debole rispetto all’anno 2018 ma comunque positiva con il PIL al +1%. L’area mondiale, invece, si presenta con una crescita del PIL pari al 3,3%.
In questo contesto, crescono di meno anche la Francia e, ancor di più la Germania, paese per il quale la nuova stima è +0,7% rispetto al previsto +1,6%. Ma il segno è, comunque, positivo. Viceversa, l’Italia, unico paese in tutta l’Europa, si presenta con il dato di PIL al -0,2% (dal +1% previsto dal Governo Italiano), entrando così in piena recessione, cosa che costringerà a rivedere tutta la manovra di bilancio presentata solo qualche mese fa.
Le ragioni del rallentamento, spiega il rapporto dell’Ocse, vanno ricercate nella «incertezza politica, tensioni commerciali e (nella) ulteriore erosione della fiducia dei consumatori».
Secondo l’Ocse, tra l’altro, le «restrizioni commerciali introdotte lo scorso anno sono un freno alla crescita, agli investimenti e agli standard di vita, in particolare per le famiglie a basso reddito». L’organismo internazionale lancia un forte appello ad «intensificare il dialogo multilaterale al fine di evitare nuove e dannose restrizioni commerciali». Mentre un’ulteriore «liberalizzazione» potrebbe rappresentare un vantaggio per tutte le economie.
Quello che lascia chiaramente perplessi è che l’Italia, come l’Argentina e la Turchia, è l’unica tra le grandi economie dell’area Ocse ad avere il segno meno davanti alla previsione di crescita del 2019
[1] L’OCSE, che ha sede a Parigi, conta attualmente 36 Paesi membri (Australia, Austria, Belgio, Canada, Cile, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Giappone, Grecia, Irlanda, Islanda, Israele, Italia, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Messico, Norvegia, Nuova Zelanda, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Repubblica Ceca, Repubblica di Corea, Repubblica Slovacca, Regno Unito, Slovenia, Spagna, Stati Uniti, Svezia, Svizzera, Turchia, Ungheria), che si riconoscono nella democrazia e nell`economia di mercato. L'Organizzazione inoltre intrattiene rapporti con numerosi Paesi non membri e con altre Organizzazioni Internazionali.